Cybersecurity, troppe estorsioni digitali ma l’Italia si difende bene

Il 41% degli attacchi informatici sfruttano le debolezze umane. I Paesi più colpiti dagli hacker sono quelli asiatici.

Anche se cresce costantemente la cyber security, per contrastare gli attacchi informatici, pare che il punto debole sia rappresentato dai singoli individui. Secondo il rapporto X-Force Threat, realizzato da Ibm, poco più del quaranta per cento delle estorsioni digitali arrivano infatti con il phishing, ossia sfruttando le debolezze umane. In Europa è la Gran Bretagna la nazione dove i casi sono più frequenti, mentre in Italia fortunatamente ci si difende bene (8% di estorsioni).

Cos’è il phishing

Si tratta di una tipologia di truffa informatica attraverso la quale i malfattori cercano, e spesso trovano, il punto debole delle persone. La tecnica è definita “di pesca”. Solitamente il primo approccio avviene attraverso l’invio di una mail, per esempio di un corriere per la consegna di un pacco in cui vengono chiesti dati personali e, allo stesso tempo, viene messa pressione per avere una risposta in tempi rapidi.

Il rapporto X-Force Threat

Il rapporto, nato per fotografare la situazione della cybersicurezza nel mondo, mostra che il 27% di tutti gli attacchi informatici hanno finalità estorsive. Le aziende più colpita sono quelle manifatturiere. In Europa, il Regno Unito appare il più vulnerabile, con ben il 43% di attacchi informatici.

Negli anni ci si è preparati di più a difendersi dai cyber attacchi, ma oggi gli strumenti di attacco sono diventati altamente sofisticati e si comprano senza grandi difficoltà nel dark web, nel corso di vere e proprie aste.

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