Questa mattina, in Good Morning Kiss Kiss, abbiamo parlato di artigianato e riduzione dello spreco con Roberto Boschetto, presidente Confartigianato Imprese Veneto.
Buongiorno Presidente benvenuto! Siamo curiosi di sapere com’è la situazione dell’artigianato partendo dal Veneto.
«Buongiorno a voi! Diciamo che la situazione è buona, seppure ci sono alcuni segnali di flessione. Questi sono dovuti a due cose principali: la prima è il bonus 110% che a fine anno termina cosa decida il governo; dall’altro lato, tutto il settore della metalmeccanica sente una crisi della Germania. Noi in Veneto lavoriamo molto per la Germania, nelle auto e nella metalmeccanica in genere. Per il resto, devo dire la verità, negli ultimi anni stiamo lavorando bene.»
Però tornando al discorso dei piccoli artigiani, quelli di quartiere, così preziosi ma che stanno sparendo, come orologiai, falegnami, calzolai, sarti. Cosa pensa dell’iniziativa del governo francese per rilanciare la filiera dei piccoli artigiani ed evitare l’impatto ambientale della moda usa e getta?
«Senz’altro questa cultura è stata persa negli anni e sono state perse molte attività che davano questo tipo di lavoro. Però è altrettanto vero che nel settore delle biciclette sono sorti molti giovani che vanno a riparare le biciclette, da quelle classiche alle biciclette elettriche. È aumentato il turismo e anche la voglia di andare in bicicletta. Quindi, questo diventa trainante per la categoria e dà lavoro ai giovani.»
Secondo lei è il momento per la riscoperta di questi mestieri fondamentali per l’economia circolare? Una sarta di 68 anni ha scritto pochi istanti fa dicendoci che sta per chiudere l’attività, anche se il paese le prega di non farlo, perché nessun giovane ha ereditato il suo lavoro.
«È vero questo purtroppo. Ci manca il ricambio generazionale.»
Servirebbe una scuola per fare pratica?
«Le scuole ci sono in qualche modo. È vero il problema della sarta, anche quella da cui vado io ha lo stesso problema. Eppure il lavoro è aumentato. Da un lato c’è l’esigenza, dall’altra i giovani non credono in certe attività, anche se il guadagno c’è.»