Come ogni estate, la partenza degli italiani verso le vacanze è contrassegnata dagli aumenti dei carburanti, soprattutto negli impianti autostradali. E anche quest’anno non fa eccezione. Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e le sanzioni alla Russia -che hanno comportato la fiammata dei costi delle materie prime, incluso il petrolio- il governo ha deciso di attivare una taskforce presso il ministero dell’Industria per monitorare l’andamento dei prezzi ed evitare fenomeni speculativi a danno dei cittadini. Cosicché, tra alti e bassi, il prezzo di benzina e gasolio è andato via via assestandosi, anche grazie alle misure attuate dall’esecutivo in scadenza, tra taglio delle accise e bonus vari.
Ora però ci risiamo, anche se il ministero delle Imprese e del Made in Italy definisce “casi isolati” le notizie relative ai 2,50 euro al litro alla pompa, riferiti comunque alla benzina in modalità servito. I prezzi dei carburanti a inizio agosto si attestano su valori medi di 1,91 euro al litro per la benzina e di 1,76 euro per il gasolio. La crescita del prezzo medio di circa 0,03 euro/litro è determinata dall’aumento delle quotazioni del petrolio sui mercati internazionali e tuttavia da inizio 2023, in Italia, il prezzo industriale di benzina e gasolio -al netto quindi della tassazione- resta stabilmente più basso di quello di Spagna, Germania e Francia.
La replica di Assoutenti non si è fatta attendere. Per il presidente Furio Truzzi, il problema non sono i casi limite, ma piuttosto il riproporsi del fenomeno ogni anno e sempre nello stesso periodo. Inoltre l’associazione ne fa anche una questione di trasparenza: “Gli italiani hanno il diritto di sapere perché salgono i prezzi alla pompa e quali ricarichi vengono applicati in tutti passaggi della filiera. Solo così sarà possibile verificare se ci sono speculazioni su listini e chi si arricchisce grazie ai repentini rialzi dei prezzi che si verificano in occasione delle partenze estive”.
Respinta dal Tar del Lazio la richiesta di sospensiva da parte degli esercenti, dal 1° agosto è entrato in vigore su tutta la rete di stazioni di servizio italiane l’obbligo di esposizione dei prezzi medi regionali, una misura stabilita per assicurare maggiore chiarezza ai consumatori. Sulla base dei dati forniti dai gestori, il Mimit calcolerà una media matematica dei prezzi in base alle singole regioni e province autonome per gli impianti collocati fuori dalla rete autostradale. Sulle autostrade, invece, la media sarà calcolata su base nazionale. Le variazioni sui prezzi saranno disponibili ogni giorno a partire dalle 8.30 sul sito del ministero, i benzinai avranno due ore di tempo per esporre i prezzi modificati. Saranno esclusi dall’aggiornamento gli esercenti che applicano la modalità servito solo nei giorni festivi. Di conseguenza, i cartelloni dei prezzi posti all’interno delle pompe di benzina hanno subito consistenti ritocchi, dovendo inserire uno spazio minimo di 12 centimetri in altezza con esposto il prezzo medio regionale o nazionale. Questo permetterà agli automobilisti di capire se il distributore pratica prezzi in linea oppure superiori ed operare la propria scelta.
Il ministro Urso invita i consumatori a denunciare picchi anomali alla Gdf ed esclude un taglio delle accise, come ha ribadito anche la sottosegretaria al Mef, Lucia Albano in commissione finanze alla Camera: “Non registriamo aumenti che determinino un provvedimento del genere”.