Buongiorno presidente, bentornato! Come siamo messi sul caro benzina? Questa volta da cosa dipendono realmente?
«Buongiorno, grazie a voi per l'invito. Ormai ne parliamo da gennaio. Purtroppo il trend è in crescita, gli aumenti sono dovuti, a livello internazionale, da un deficit di produzione. L'Arabia Saudita, che è il principale produttore insieme agli altri paesi Opec, che hanno annunciato e ridotto la produzione. C'è anche lo stop da parte degli Stati Uniti sulla produzione, mentre è cresciuta la richiesta di petrolio raffinato. Il risultato lo stiamo vedendo nei distributori, con il prezzo della benzina che è arrivato alla soglia dei due euro e lo ha superato sulle autostrade.»
Ipotizziamo una cosa assurda: se tutti gli italiani facessero benzina nei distributori di un solo brand, cosa succederebbe? I prezzi rimarrebbero invariati?
«Innanzitutto, il governo, con il decreto che obbliga i distributori a indicare il prezzo medio regionale, ha voluto dare trasparenza. La rete, anche con i rilevamenti fatti dal ministero, ci aiuta a trovare i distributori che applicano il prezzo più basso. Il problema è che se tutti andassimo nello stesso, i primi sarebbero avvantaggiati dal prezzo più basso, poi dopo, per le normali leggi del mercato, all'aumento della domanda potrebbero aumentare i prezzi. Nell'immediato ci sarebbe un beneficio per chi riuscisse a far benzina, sappiamo che i serbatoi non sono infiniti. Certo, a livello nazionale sarebbe un esperimento interessante.»
Parleremo ancora di aumenti o si prevede un piccolo calo?
«La notizia è che il governo starebbe ragionando su un bonus una tantum di 150 euro per chi ha i redditi tra i 20.000 e i 25.000 euro lordi, che è già qualcosa. Purtroppo, gli analisti non ci fanno vedere le prossime settimane in modo roseo.»
Grazie presidente!
«Grazie a voi e Kiss Kiss a tutti!»
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