L’installazione della prima cabina telefonica pubblica in Italia risale al 10 febbraio 1952. Venne collocata in Piazza San Babila a Milano, per iniziativa della concessionaria Stipel. In anticipo rispetto al calendario, che voleva la dismissione completa della cabine sul territorio nazionale, Tim, che ne è la proprietaria, ha deciso di toglierle entro la fine di quest’anno.
Tim ha confermato che le 16mila postazioni pubbliche disseminate per le strade delle città italiane verranno rimosse entro la fine del 2023, in anticipo rispetto al 2026 com’era invece previsto nei piani. L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha stabilito che Tim non ha più l’obbligo di garantire il servizio pubblico. Di qui la decisine di fare prima possibile
Non spariranno tutte le cabine
Le cabine telefoniche sopravvivono solo sono in luoghi di interesse sociale come carceri, caserme e ospedali. Oltre che in quei luoghi non ancora raggiunti dalla copertura della rete mobile, come ad esempio i rifugi di montagna. Le postazioni di questo tipo sono 1.801.
Tutta colpa (o merito) dei cellulari
Tutti gli operatori del settore si sono trovati d’accordo con la decisione dell’Agcom sullo smantellamento. Le cabine telefoniche sono state ormai sostituite dai cellulari. L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha, di fatto, rilevato che la copertura radiomobile nelle zone servite dal servizio pubblico è al 99,2%.