Questa mattina, in Good Morning Kiss Kiss, abbiamo parlato delle buone notizie sull’ambiente con Angelica De Vito, consulente diplomatico ed esperta di ambiente e diritti dell’uomo.
Buongiorno Angelica! La portatrice sana di buone notizie sull’ambiente.
«Buongiorno, grazie, speriamo ce ne siano sempre di più.»
Incominciamo con le buone notizie allora.
«La prima buona notizia, dato che l’altra volta abbiamo parlato di ansia climatica, è che un gruppo di giovani di Torino ha creato, presso l’Università del Politecnico, un gruppo portatore solo di buone notizie. Quindi miei amici e fratelli.»
Nostri amici e fratelli!
«Assolutamente. Si chiamano Greencome, hanno iniziato su internet a diffondere buone notizie attraverso i social, hanno creato un blog e adesso sono un gruppo ben strutturato. Hanno l’obiettivo di combattere l’ansia climatica, che è stato un po’ il nostro argomento la volta scorsa. Quindi ogni giorno diffondono buone notizie cercando di diffondere buoni modelli e buone maniere che anche in Italia potranno essere seguite nei prossimi anni.»
Speriamo, se ci danno i fondi per il PNACC appena approvato. Altre buone notizie?
«Voi prima avete nominato l’Amazzonia, ma vi siete chiesti come mai l’obiettivo è proprio quello del 2030? [l’obiettivo di smettere di deforestare entro il 2030, ndr] Oltre perché ci sono tanti rimandi nell’agenda.»
Ormai tutto deve essere entro il 2030, è entrato nell’immaginario.
«Voi sapete che ormai da 30 anni c’è la COP, il più grande raduno internazionale sull’ambiente. Beh, nel 2030 si ha l’obiettivo ambizioso di farlo nella Foresta Amazzonica. Questo è l’obiettivo.»
Se ci sarà ancora.
«Beh, per ora, grazie al presidente Lula c’è stata una riduzione dell’uso della Foresta Amazzonica del 40%, che è tantissimo. Per ricollegarci alla notizia precedente di Greencome, i ragazzi hanno fatto un’ottima ricerca sul perché la Foresta Amazzonica è importante e perché altri progetti di tipo ambientale non potrebbero essere replicati con molta facilità in altre parti del mondo. Si è discusso per tanto tempo di mettere una serie di pannelli solari in mezzo al deserto del Sahara. È un progetto abortito non solo per i costi, ma anche perché hanno visto il cosiddetto effetto farfalla che si verrebbe a creare. Se in Africa nascessero tantissimi alberi e delle zone verdi proprio grazie a dell’energia pulita, proprio in Amazzonia ci sarebbe un collasso. Ci sarebbero molte più piogge, verrebbe a cambiare la biodiversità proprio perché la Foresta Amazzonica si nutre di sabbia e sali minerali che partono dal Deserto del Sahara.»
Siamo incatenati e collegato, è un gioco di equilibri. L’albero di per sé trattiene l’anidride carbonica, che non è male.
«E noi li tagliamo. Oltre a trattenere l’anidride carbonica, serve per abbassare la temperatura nelle grandi città. Quindi, un progetto bellissimo come Biotonomy, che nasce in Spagna, serve per riqualificare le grandi città e abbassare le temperature di 10-15 gradi centigradi. Di questi tempi, avendo avuto un Natale con temperature medie di 20 gradi in Italia, non sarebbe male.»
Nel 2030 il convegno sarà proprio in Amazzonia! Questa è una notizia bella.
«È un simbolismo molto forte.»
Noi lo aspettiamo. Se ci sarà questo convegno nel 2030 significherà che siamo sulla buona strada?
«Sì, anche perché noi abbiamo alle Nazioni Unite l’agenda 20-30, quindi il 2030 è l’anno per tirare un po’ le somme, sempre se non sposteranno la deadline, visto che inizialmente l’agenda era 2015. Gli obiettivi erano minori. Per ora non vogliono cambiare la deadline, anche perché se continueremo a spostarla non è che avremo tutti questi risultati.»
Grazie per essere stata con noi!
«Grazie a voi.»