Cop28, stretta finale per i negoziati, il segretario generale dell’Onu Guterres: “E’ una corsa contro il tempo”

Mancano circa ventiquattr’ore alla fine della Cop28 e come ribadito più volte dal presidente della Conferenza, Sultan Ahmed Al Jaber, fallire non è un’opzione. Bisogna trovare l’intesa che potrebbe cambiare le sorti del mondo e rispettare uno degli obiettivi previsti dell’accordo di Parigi del 2015, quello di limitare ben al di sotto di 2 gradi Celsius il riscaldamento medio globale rispetto al periodo preindustriale.

Ma, intanto, la prima cosa che salta all’occhio della nuova bozza di accordo- ridotta da 27 a 21 pagine- è che non si parla più esplicitamente dell’eliminazione di carbone, gas e petrolio, ma di ridurre il consumo della produzione di combustibili fossili in una maniera giusta, ordinata ed equa in modo da raggiungere emissioni nette zero prima o intorno la metà del Secolo. Nella bozza del “Primo Global stocktake” -resta però- l’indicazione di triplicare la capacità di energia rinnovabile e raddoppio dell’efficienza energetica al 2030. Per mantenere valido l’obiettivo di aumento medio della temperatura globale entro 1,5 gradi centigradi, i Paesi ricchi- le cui economie sono meno dipendenti dall’estrazione di fonti fossili come Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Germania e Canada – devono cominciare da subito a eliminare gradualmente l’estrazione di combustibili fossili entro il 2031. Estrazione che in ogni caso deve cessare in tutto il mondo entro il 2050.

Il testo, che dovrà essere discusso in Plenaria, sembra dunque più un tentativo di trovate una formula politica sostanziale testando le reazioni delle parti. Restano da convincere soprattutto l’Arabia Saudita, principale esportatore di petrolio al mondo, e l’Iraq – membri dell’Opec – che hanno apertamente espresso la propria opposizione all’ipotesi di una uscita dai combustibili fossili. Un punto nevralgico della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Gli scienziati, infatti, attribuiscono proprio alle fonti fossili prodotte dalle attività umane la causa del riscaldamento globale all’origine dei fenomeni meteorologici estremi che ormai si abbattono in tante parti del mondo.

Ma il tempo per arrivare ad un accordo è ormai agli sgoccioli, la deadline è fissata al 12 dicembre. “Il nostro pianeta si trova a pochi minuti dalla mezzanotte per il limite di 1,5 gradi. E l’orologio continua a ticchettare” ha avvertito il segretario generale dell’Onu, Guterres invitando ministri e negoziatori a cercare un compromesso per trovare soluzioni: “Senza compromettere la scienza o la necessità di raggiungere la massima ambizione – nel nostro mondo fratturato e diviso- la Cop28 può dimostrare che il multilateralismo rimane la nostra migliore speranza per affrontare le sfide globali”.

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