Sinner e Bagnaia, l’Italia che vince e fa sognare

Pecco che mostra orgoglioso la maglietta con il numero 1, Yannik che alza la storica insalatiera. I due momenti che celebrano lo sport azzurro in una domenica di fine novembre.

La MotoGP che parla italiano a tutto tondo con il successo della Ducati e del 25enne torinese in sella alla Desmosedici, Sinner il giovane-vecchio di un tennis che guarda al futuro ma ha già un presente. E se a Valencia, Martin alza bandiera bianca con una caduta al settimo giro (ma era lontano dal podio), a Malaga è Arnaldi a sprintare nel primo singolare della finale contro l’Australia. Vittoria in tre set su Popyrin e trionfo apparecchiato per un Sinner cannibale: dopo Griekspoor e sua maestà Djokovic, in singolo e in doppio, De Minaur costretto alla resa (63 60). La Coppa Davis torna dunque in Italia: il capitano Volandri come Pietrangeli, Yannik come Panatta. Sonego, Musetti e Bolelli (con Berrettini uomo spogliatoio) emuli di Bertolucci, Barazzutti e Zugarelli.

I nuovi eroi della racchetta -la data è ancora da definire- saranno al Quirinale da Mattarella per ricevere il giusto tributo, Bagnaia -che al Colle c’è stato lo scorso anno- si godrà viceversa il meritato riposo dopo una stagione che lo ha riconfermato al vertice del motomondiale.

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