Svezia, i pediatri contro gli schermi digitali per i bambini sotto i due anni

Le tecnologie digitali sono parte integrante anche della vita dei bambini, quali strumenti irrinunciabili di comunicazione, relazione e apprendimento. In quanto tali, soddisfano bisogni fondamentali, offrono opportunità di crescita e partecipazione e possono assicurare il godimento dei loro diritti, sanciti dalla Convenzione Onu sui Diritti dell’infanzia. Ma la crisi determinata dalla pandemia da Covid-19 ha ampliato l’uso delle tecnologie digitali e ha abbassato ulteriormente la fascia d’età di chi vi accede.

Entrando nello specifico, gli schermi digitali sono pericolosi per i bambini sotto ai due anni. Lo conferma uno studio dell’Associazione Pediatri Svedesi. La presa di posizione dei medici arriva in un momento in cui l’onnipresenza della tecnologia nel quotidiano influisce profondamente sullo sviluppo infantile. A risentirne possono essere le capacità linguistiche ed emotive dei neonati, oltre al loro sviluppo cognitivo. Per questo motivo, l’uso degli schermi digitali sotto ai due anni è fortemente sconsigliato. Il cervello dei neonati, infatti, non è ancora sufficientemente maturo per trarre vantaggio dai dispositivi digitali, spesso fonte anche d’intrattenimento. Raccomandata, invece, un’esposizione limitata a cellulari, tablet e televisione per i bambini dai tre ai cinque anni.

Importante è il richiamo all’essenzialità del contatto umano e delle esperienze concrete nel mondo reale, fondamentali per l’acquisizione di abilità linguistiche e competenze emotive nei primi anni di vita. Queste raccomandazioni mirano a stabilire un equilibrio sano nello sviluppo dei bambini, evidenziando il valore fondamentale che hanno le interazioni sociali e la realtà tangibile durante la primissima infanzia.

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