Questa mattina, in Good Morning Kiss Kiss, abbiamo parlato dell’inquinamento nelle città italiane con il presidente di Legambiente Stefano Ciafani.
Buongiorno presidente, bentornato! Abbiamo letto che l’Italia ha alcune province che non sono messe bene dal punto di vista dell’inquinamento, ma quali sono concretamente i rischi per la salute?
«Buongiorno a voi! Sì, è arrivata questa nuova ricerca di un istituto tedesco che è stata pubblicata dal Sole 24 ore. Quello che emerge è che ovviamente le città soprattutto del nord Italia, ma non solo, sono attanagliate dallo smog. I rischi per la salute purtroppo sono molto importanti. Non sono solo quelli relativi all’apparato respiratorio. Le polveri sottili sono degli inquinanti molto insidiosi perché si insinuano nell’apparato respiratorio ed entrano direttamente nel sangue. È una cosa poco nota, ma a causa dello smog ci sono dei problemi cardiocircolatori che portano spesso, ad esempio, agli infarti. Ci sono, purtroppo, 55.000 morti prematuri in Italia per smog. Questo è un dato allarmante, ed è purtroppo una strage disastrosa.»
Voi siete gli autori del report malaria, che noi ogni anno citiamo. Il report dell’OMS però, riguarda il periodo 2018-2022, compreso anche il lockdown. Quindi, nonostante il lockdown, siamo riusciti a peggiorare la situazione, no?
«Sì, purtroppo questa è un’emergenza cronica. Nei due mesi in cui siamo stati chiusi c’era stata una riduzione dell’inquinamento delle acque, dell’inquinamento atmosferico. Se ne viene a capo solo se si affronta il problema in maniera organica. Ridurre l’uso dei combustibili fossili aiuta a combattere l’effetto serra, ma permette anche di ridurre lo smog. Penso alle macchine elettriche, penso alla sostituzione delle caldaie a gas per riscaldare gli edifici con le pompe di calore, penso all’acciaio fatto con l’idrogeno verde e non con il carbone. Bisogna lavorare.»
Anche gli allevamenti.
«C’è un problema legato agli allevamenti intensivi, concentrato soprattutto in alcune zone del Paese come la Pianura Padana. Si può fare carne, ovviamente è fondamentale consumarne meno, anche per una questione di salute, ma questo dà anche un contributo non solo a una carne di maggiore qualità, ma anche a una riduzione delle emissioni nell’atmosfera.»
Stiamo commentando dati e report ufficiali. La questione è molto grave, perché c’è una discrepanza tra i limiti dell’OMS e quelli dell’Unione Europea. Quindi, se adesso secondo i limiti dell’OMS ci sono 58 città italiane fuori raccomandazione, per l’U.E. sono meno. Perché?
«L’Unione Europea devo dire che è sempre molto attenta e sta prendendo in seria considerazione gli allarmi dell’OMS. Tant’è vero che la proposta di direttiva europea sulla qualità dell’aria prevedrà sicuramente dei limiti molto più bassi, ad esempio, sulle polveri sottili ultrafini, le pm 2,5, l’ozono, l’No2. Saranno molto più restrittivi, quindi, le 58 città italiane che oggi sono “fuorilegge”, con i limiti che entreranno in vigore nel 2030 saranno sicuramente di più. Bisogna fare in fretta, ridurre l’uso del carbone, del gas e del petrolio nel nostro Paese. Questo aiuterà il pianeta, il cuor e ei polmoni degli abitanti italiani.»
Grazie presidente di essere stato con noi!
«Kiss Kiss a voi!»