Dopo aver rilevato che lo scorso luglio è stato il mese più caldo di sempre, i dati dell’Osservatorio Copernicus certificano che anche le temperature del settembre appena trascorso rappresentano un’anomalia senza precedenti. Con una media globale di 16.38, i gradi superano di 0.5 il già sorprendente picco raggiunto a settembre 2020. Un record che non smentisce la previsione che vedrebbe il 2023 come l’anno più caldo di sempre, strappando l’infausto primato al 2016 che lo condivideva proprio con il 2020. L’ipotesi, anzi, troverebbe conferma anche nell’andamento di ottobre che si presenta con temperature superiori di 7-8 gradi rispetto alla media del periodo.
“Ora siamo abbastanza vicini a raggiungere il limite di riscaldamento stabilito dall’Accordo di Parigi del 2015 di 1.5 gradi Celsius al di sopra delle medie preindustriali” osserva il direttore di Copernicus, Carlo Buontempo che poi avverte: “Il cambiamento climatico non è qualcosa che accadrà tra dieci anni. Il cambiamento climatico è già qui”. Parole che trovano conferma in tutti gli eventi catastrofici che si sono verificati nell’ultimo periodo, come la tempesta Daniel che si è abbattuta sul Mediterraneo, un mare che si scalda ancora più velocemente degli oceani e ha portato alle inondazioni in Libia. Precipitazioni estreme anche nel sud del Brasile e del Cile. Al contrario, altri paesi hanno sperimentato un clima secco, come la Grecia colpita da ripetute emergenze causate dagli incendi. Ma anche il sud-est degli Stati Uniti, Messico e Sudamerica, l’Asia centrale e l’Australia hanno vissuto settembre più arido mai registrato.