“L’altro ispettore”: gli episodi di ieri 2 dicembre e le prossime puntate

La nuova serie televisiva "L'altro ispettore", con Cesare Bocci e Alessio Vassallo, affronta il tema della sicurezza sul lavoro attraverso le vicende di un ispettore del lavoro.

Ha debuttato ieri sera su Rai 1 L’altro ispettore, una serie che decide di muoversi su un terreno raramente attraversato dalla fiction generalista: quello delle morti sul lavoro e della sicurezza nei cantieri, nelle fabbriche, nelle cave, negli ospedali. Un tema ruvido, poco televisivo, e proprio per questo sorprendente nel suo approdo in prima serata. A guidare il racconto è Domenico Dodaro, interpretato da Alessio Vassallo, un ispettore del lavoro che indaga su incidenti che spesso vengono etichettati troppo in fretta come fatalità.

Accanto a lui ci sono Cesare Bocci, nei panni di Alessandro, mental coach costretto alla sedia a rotelle dopo un incidente sul lavoro, e Francesca Inaudi, PM dal temperamento deciso che con Dodaro condivide un passato e una tensione professionale sempre sul punto di trasformarsi in qualcos’altro. La regia è di Paola Randi, che punta su un tono realistico: niente pistole, nessuna corsa a sirene spiegate, ma sopralluoghi, dettagli, rumori che tradiscono ciò che molti vorrebbero nascondere.

Una storia che parte da una ferita personale

Dodaro torna a Lucca dopo la morte della moglie, deciso a ricostruire una quotidianità per sé e la figlia Mimì. Qui ritrova l’amico Alessandro, sopravvissuto allo stesso cantiere in cui è morto suo padre. Il lavoro diventa per lui un modo per dare un senso a ciò che ha perduto: ogni indagine gli ricorda quanto fragile sia il confine tra dovere e tragedia. La collaborazione con la PM Pacini riporta in superficie antichi equilibri, mentre il ritorno di Eleonora, il primo amore mai dimenticato, aggiunge un elemento personale che complica ulteriormente il suo rientro in città.

Le morti bianche raccontate come non si era mai visto

Ogni episodio affonda in un contesto lavorativo diverso: un cotonificio, un ponteggio, una cava di marmo, la Cittadella del Carnevale di Viareggio, un reparto ospedaliero stremato dai turni. Non sono incidenti astratti, ma ricostruzioni che ricordano fatti realmente accaduti. La serie, liberamente ispirata ai romanzi di Pasquale Sgrò, porta sullo schermo un’Italia dove il lavoro è un bisogno e insieme un rischio troppo spesso sottovalutato.

Mimmo non usa la forza: preferisce la pazienza, l’ascolto, le cuffie antirumore che indossa per isolarsi e raccogliere i dettagli che sfuggono agli altri. È una figura investigativa atipica, costruita più sull’empatia che sulla tensione muscolare.

I primi due episodi in onda ieri

La fiction è iniziata due episodi: Ritorno a casa e Fantasmi del passato. Nel primo, Dodaro indaga sulla morte di Karina, operaia diciannovenne finita in un macchinario del cotonificio dove lavorava. Le spiegazioni immediate non lo convincono: dietro quella tragedia vede un meccanismo difettoso o forse una gestione superficiale della sicurezza. Nel secondo episodio, il corpo di Habib Moradi viene lasciato davanti al pronto soccorso. La PM pensa a un pestaggio, Dodaro sospetta un incidente sul lavoro mascherato da violenza. Lo sviluppo porterà a una verità meno lineare del previsto.

Una fiction che vuole anche educare

Con L’altro ispettore, Rai 1 prova a raccontare non solo un’indagine, ma una funzione sociale. La serie mostra l’Italia dei turni infiniti, dei macchinari obsoleti, delle scorciatoie per risparmiare, ma anche quella dei lavoratori che non accettano più di essere numeri. È un racconto di finzione, certo, ma intrecciato a una realtà che ogni anno lascia sul campo centinaia di vittime.

Programmazione e dove vederla

La serie conta tre puntate, ciascuna composta da due episodi:

  • Martedì 2 dicembre – Prima puntata
  • Mercoledì 3 dicembre – Seconda puntata
  • Martedì 9 dicembre – Terza puntata

Gli episodi sono disponibili anche su RaiPlay, in diretta e on demand.

Girata a Lucca e nelle zone circostanti, L’altro ispettore porta in TV luoghi e dinamiche raramente esplorati, trasformando un tema scomodo in un racconto civile vestito da fiction. Una scelta coraggiosa, che potrebbe segnare un cambio di passo nel modo in cui la TV pubblica decide di interpretare il presente.

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