Carlos Alcaraz: “Non mi sento il migliore. Il talento aiuta, ma conta molto di più il lavoro”

Carlos Alcaraz, numero uno del mondo e protagonista di una stagione straordinaria, si racconta tra umiltà, lavoro e vita semplice. Nonostante i successi, il campione spagnolo mantiene i piedi per terra, consapevole di avere ancora margini di miglioramento e deciso a crescere senza perdere la sua normalità.

Nel cuore dell’Inalpi Arena di Torino, dove l’energia delle ATP Finals continua a vibrare, Carlos Alcaraz ha parlato aal quotidiano spagnolo EL PAÍS della sua stagione straordinaria.

Nonostante chiuda l’anno per la seconda volta da numero uno, Alcaraz mantiene una visione lucida del proprio ruolo:

«Il numero uno è il numero uno, significa che sei stato il migliore dell’anno, ma la realtà è diversa. Puoi perdere contro chiunque. […] Devo ancora migliorare molte cose».

Per lui il successo non è solo talento:

«Il talento aiuta, ma conta molto di più il lavoro. Nel mio caso c’è stato più lavoro che talento, anche se di talento non è mancato».

Pur vivendo ormai da star globale, resta legato alla normalità:

«Ogni volta che torno a casa, torno alla realtà. Vado al bar a prendere un caffè con gli amici».
«Il caffè è lo stesso se costa 1,20 o 7 euro», scherza, ricordando la frase del padre.

Nessun lusso superfluo:

«Dormo ancora nel mio letto da 80».

E soprattutto, niente coronazioni alla Lamine Yamal:

«Non me la vedo addosso. Non mi sento il migliore del mondo».

Dietro la facciata sicura, ammette una timidezza profonda:

«Sono molto timido. Davvero molto timido».

Il suo giorno perfetto è semplice:

«Golf la mattina, pranzo con famiglia o amici, giochi da tavolo a casa. Tranquillità».

Quanto al futuro, sa che sarà difficile ripetere un anno così dominante, ma resta ambizioso:

«Siamo qui per migliorare e provare a ripeterlo. Se sarà un po’ meno o un po’ più, non succederà niente».

le ultime news