In Brianza, la decisione di intitolare una strada a Lucio Battisti ha acceso un dibattito che va oltre i confini comunali. L’amministrazione di Molteno ha approvato la proposta di dedicare un tratto di via Aldo Moro al cantautore, che qui visse dal 1973 fino alla sua scomparsa nel 1998. Un gesto pensato per rendere omaggio a uno dei protagonisti assoluti della musica italiana, ma che ha spaccato l’opinione pubblica locale.
Una petizione contro la nuova intitolazione
Poche ore dopo la delibera comunale, è stata presentata in municipio una petizione con 117 firme per chiedere di sospendere il cambio di denominazione. I firmatari lamentano i disagi burocratici legati al cambio degli indirizzi e dei documenti, ma anche motivazioni più simboliche.
Christian Broch, presidente della Cooperativa sociale Accoglienza e Lavoro, ha spiegato:
«Siamo qui dal 1990. Battisti e Mogol sono stati a lungo i nostri vicini di casa. Col primo non abbiamo mai avuto rapporti, Giulio Rapetti invece ci ha aiutato molto. Abbiamo firmato la petizione perché un cambio di intitolazione della via comporterebbe molti disagi. Non solo: Aldo Moro è un simbolo per noi. La persona prima di tutto, la sua frase, è parte fondante del nostro agire».
Vecchie tensioni e ferite mai del tutto sanate
La protesta non si limita ai disagi pratici. Nella lettera allegata alla raccolta firme si fa riferimento ai passati attriti tra il Comune e gli eredi del cantante. In particolare, i cittadini ricordano i contenziosi legali relativi a un festival dedicato all’artista, in cui l’amministrazione di Molteno aveva ottenuto ragione in Cassazione.
A riaccendere la polemica anche il gesto, avvenuto alcuni anni fa, con cui la vedova Grazia Letizia Veronese decise di trasferire la salma di Battisti dal cimitero del paese. Nella petizione si legge:
«Le vie legali per impedire che il Comune promuovesse qualsiasi iniziativa per ricordare l’artista, così come il gesto della traslazione dei suoi resti, hanno colpito tutta la comunità moltenese, offendendola dopo decenni di rispettosa convivenza».
Mogol: “Battisti merita questo omaggio”
A intervenire sulla vicenda anche Giulio Rapetti, in arte Mogol, storico autore e amico del cantautore:
«Lucio ha deciso di venire a vivere a Molteno dopo che io, per primo, mi ero trasferito al Dosso di Coroldo. È stato un periodo magico. Non comprendo la polemica: è giusto gli venga intitolata una strada, i suoi meriti come musicista e interprete sono immensi. Gli abitanti di Molteno dovrebbero esserne orgogliosi».
Il sindaco: “Tempo di riconciliazione”
Il primo cittadino, Giuseppe Chiarella, ha invitato la comunità a guardare oltre le divisioni:
«È il momento di sanare i rancori del passato onorando la memoria di Battisti. C’è stato un riavvicinamento della famiglia a Molteno e tutte le decisioni sono state prese in accordo con la vedova Grazia Letizia Veronese. Dobbiamo essere riconoscenti verso un artista che ha lasciato all’Italia un patrimonio culturale immenso».
Tra memoria e identità
La figura di Lucio Battisti, che ha scelto Molteno come rifugio lontano dai riflettori, continua dunque a suscitare passioni contrastanti. Per alcuni, l’intitolazione rappresenta un atto di riconciliazione e riconoscenza verso un genio della musica italiana; per altri, una ferita ancora aperta nella storia recente del paese.
Quel che è certo è che, a più di venticinque anni dalla sua scomparsa, Battisti resta un simbolo capace di unire e dividere, come pochi altri nella cultura popolare del nostro Paese.
