Inter, Chivu dopo la vittoria sofferta contro il Kairat: “Mi prendo tutte le colpe, qualcuno ha sottovalutato la gara”

I nerazzurri superano il Kairat Almaty con fatica, conquistando tre punti fondamentali ma il tecnico ammette le difficoltà e invita la squadra a crescere nella gestione della gara.

Una vittoria che non convince

L’Inter vince ma non brilla. A San Siro, contro il Kairat Almaty, i nerazzurri soffrono più del previsto e portano a casa tre punti che lasciano spazio anche all’autocritica. Cristian Chivu, alla sua prima vera prova europea da allenatore sotto pressione, non nasconde le difficoltà nel post-partita ai microfoni di Prime Video: «È stata una lezione — ammette —. Avremmo dovuto fare molto meglio».

Chivu si assume le responsabilità

Il tecnico rumeno, chiamato a dare continuità al lavoro di Inzaghi, si presenta in conferenza con lo stesso aplomb che aveva in campo da difensore. «Io ci metto la faccia — spiega —. I ragazzi lo sanno: sono maturi e intelligenti. Ma oggi abbiamo sbagliato troppo. Abbiamo provato a costruire a tre con il portiere, ma non siamo riusciti a esprimere quello che avevamo preparato. Il Kairat ci ha messo in difficoltà, è rimasto sempre in partita e non siamo riusciti a chiuderla quando potevamo».

Nel dialogo post-partita con l’ex compagno Maicon — con cui aveva condiviso la stagione del Triplete — Chivu ha anche svelato un dettaglio curioso: «Prima della gara ho rivisto Inter-Rubin Kazan del 2009. Allora fummo più concreti. Stavolta no: è mancata lucidità».

Lautaro e il valore del sorriso

Molte attenzioni erano puntate su Lautaro Martinez, tornato titolare dopo qualche settimana complicata. Chivu ha chiarito il retroscena: «Non c’è stato nessun patto. È stata una mia decisione farlo giocare. Un calciatore non verrà mai da me a chiedere di scendere in campo. Ma per un attaccante, per liberarsi da un momento difficile, serve giocare. E il suo atteggiamento mi è piaciuto: più ancora della giocata offensiva, mi ha colpito quando è corso in difesa per chiudere un cross. Quello è lo spirito giusto».

Poi una riflessione più ampia: «Il calcio è anche felicità. Non bisogna caricarsi di ansie o vedere fantasmi dove non ci sono. Lautaro è importante, ma lo sono anche gli altri. Voglio che tutti giochino con il sorriso».

Un richiamo alla squadra

Dietro il tono pacato, si intravede la consapevolezza che qualcosa non ha funzionato. «Mi prendo tutte le colpe — ribadisce Chivu —. Forse qualcuno ha sottovalutato la gara. Non possiamo permettercelo, nemmeno contro avversari sulla carta inferiori».

Il messaggio è chiaro: servono meno distrazioni e più concretezza. L’Inter ha vinto, ma Chivu sa che l’atteggiamento visto col Kairat non basterà quando il livello si alzerà davvero.

L’orizzonte europeo

Il successo tiene l’Inter ai vertici del gruppo in Champions, ma il tecnico guarda già oltre il risultato: «Le partite così ti fanno crescere. Se impariamo da queste difficoltà, allora sarà davvero servita».

Sorridere, sì — ma senza perdere la fame. È la filosofia di Chivu: meno apparenze, più sostanza. E un Lautaro di nuovo leader, dentro e fuori dal campo.

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