Dopo tre decenni di riservatezza e dolore, Allegra Gucci, figlia di Maurizio Gucci e Patrizia Reggiani, ha deciso di raccontare la propria verità. In un’intervista a Repubblica, accompagna l’uscita del suo libro Fine dei giochi (Piemme), scritto per liberarsi dal peso del passato e offrire una prospettiva più autentica sulla storia della sua famiglia. “Non sono un marchio, sono un essere umano”, afferma, spiegando come la scrittura sia stata per lei “un modo per sopravvivere”.
La verità contro gli stereotipi
Allegra dichiara di aver scritto il libro “per cancellare quell’orrido film di Ridley Scott con Lady Gaga, pieno di stupidaggini e stereotipi offensivi, e per ridare dignità ai miei genitori”. Secondo lei, House of Gucci avrebbe trasformato una tragedia familiare in un racconto patinato e caricaturale: “Quel film ha raccontato persone reali come fossero maschere, cancellando le sfumature umane e il dolore autentico che abbiamo vissuto”.
Il ritratto del padre Maurizio Gucci
Nel libro, Allegra ricorda il padre con affetto e tenerezza: “Non era un uomo perfetto né un padre perfetto, ma chi lo è? Lo hanno sempre descritto malissimo, e lui non si è potuto difendere. Dovevo rendergli giustizia”. Il suo obiettivo, spiega, è restituire a Maurizio Gucci l’immagine di un uomo complesso, fragile e umano, lontano dagli stereotipi che negli anni ne hanno distorto la figura.
Patrizia Reggiani tra amore e dolore
Il ritratto della madre, Patrizia Reggiani, è più controverso ma non privo di compassione. “Una donna che non sta bene, dalla personalità narcisista, egoista e borderline, ma anche orgogliosa e generosissima. Sono certa che con papà si siano amati moltissimo, anche se poi furono capaci di ferirsi in modo altrettanto potente”. Allegra racconta di aver creduto per anni nella sua innocenza, fino a quando una celebre intervista – in cui Patrizia affermava di non essere colpevole ma neppure innocente – la fece “precipitare nel buio più profondo”. Nonostante tutto, la figlia riconosce alla madre “una forza incredibile” nell’affrontare il carcere e la solitudine.
Il peso del nome Gucci
Oggi, Allegra afferma di aver trovato un nuovo equilibrio: “Posso dire di essere diventata quello che sono nonostante quello che ho passato, e grazie a quello che ho passato”. Quando osserva il nome Gucci nelle vetrine, non prova più solo dolore: “Vedo la storia della mia famiglia e un po’ di storia italiana. Vedo mio padre”.
Il desiderio di verità
Con Fine dei giochi, Allegra Gucci vuole mettere un punto definitivo a decenni di fraintendimenti mediatici e giudizi esterni. “Mi basterebbe arrivasse la fine dei giochi sporchi. Ho perso da tanto tempo l’illusione del diritto all’oblio, ma il diritto alla verità dei fatti rimane sacrosanto”.
Il suo libro diventa così non solo un atto di memoria, ma anche una critica lucida al modo in cui la cultura pop e il cinema hanno trattato la tragedia Gucci, scegliendo lo spettacolo al posto della verità.
