Dal libro più intimo e autobiografico di Michela Murgia nasce Tre ciotole, il film diretto da Isabel Coixet e interpretato da Alba Rohrwacher ed Elio Germano. Presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival, il film arriva nelle sale italiane dal 9 ottobre 2025 con distribuzione Vision Distribution. Un adattamento delicato e potente, che trasforma le parole della scrittrice sarda in immagini piene di empatia, silenzi e fragilità.
Una storia di separazione e rinascita
La protagonista, Marta (Alba Rohrwacher), vive una crisi profonda con il compagno Antonio (Elio Germano), chef di talento e uomo incapace di gestire l’emotività. Un litigio apparentemente banale apre una ferita che cambia tutto. Da quel momento, il corpo e l’anima di Marta iniziano a reagire insieme: perde l’appetito, il gusto, il desiderio. La sua malattia diventa specchio di un dolore più grande — la fine di un amore, ma anche la trasformazione di sé.
Il tocco di Isabel Coixet
La regista spagnola Isabel Coixet, già autrice di film raffinati come La vita segreta delle parole e La libreria, firma una regia intima e sensibile. Roma, con i suoi interni caldi e le sue luci filtrate, diventa un personaggio a sé: la città accompagna la solitudine dei protagonisti senza mai giudicarli. Coixet non forza mai l’emozione, ma la lascia emergere da un gesto, un respiro, una pausa. Il risultato è un racconto sul dolore che non cerca la commozione facile, ma la verità.
Rohrwacher e Germano, coppia d’intensità
L’alchimia tra Alba Rohrwacher ed Elio Germano regge l’intero film. Lei porta in scena una Marta fragile ma lucida, capace di trasformare la sofferenza in consapevolezza. Lui restituisce un Antonio tormentato, che cerca rifugio nel lavoro per non affrontare se stesso. Due interpretazioni misurate, mai sopra le righe, che rendono giustizia alla scrittura asciutta e dolorosa di Murgia.
Dal libro al film, un’eredità viva
Tre ciotole è stato l’ultimo romanzo di Michela Murgia, uscito pochi mesi prima della sua scomparsa. In quelle pagine la scrittrice raccontava la malattia e la vita con una sincerità disarmante. Il film di Coixet non è solo un adattamento, ma anche un omaggio: un modo per far vivere ancora la sua voce, per ricordare che l’arte può essere un atto d’amore e di continuità.