La criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone torna a esplorare i meandri più inquietanti della mente umana con Nella mente di Narciso, la docuserie di RaiPlay che analizza il lato patologico del narcisismo attraverso alcuni dei casi di cronaca nera più noti degli ultimi anni.
Prodotta da La Casa Rossa per Rai Contenuti Digitali e Transmediali, con la regia di Serena Pasquali Lasagni, la serie unisce divulgazione scientifica e indagine criminologica, offrendo al pubblico una lettura lucida e approfondita di personalità manipolatrici, ossessive e distruttive.
Un viaggio nella mente del “narcisista maligno”
Bruzzone, forte della sua lunga esperienza forense, guida lo spettatore in un percorso che intreccia casi reali e analisi psicologica. La docuserie individua e racconta i tratti distintivi del cosiddetto “narcisista maligno”: il bisogno costante di controllo, la totale mancanza di empatia, l’uso sistematico della manipolazione affettiva.
L’obiettivo non è solo ricostruire i fatti, ma spiegare come queste dinamiche si formino, si riconoscano e, soprattutto, come ci si possa difendere. “Il narcisismo patologico non è solo un problema di coppia, ma un tema di sicurezza personale e sociale”, ha sottolineato Bruzzone in un’intervista a Spettacolo Musica Sport.
I casi affrontati
Ogni puntata analizza un caso differente, scelto per rappresentare una specifica sfaccettatura del narcisismo. Tra i più discussi figurano:
- il delitto di Bolzano, con il caso di Benno Neumair;
- l’omicidio di Sarah Scazzi;
- il caso Laura Ziliani, l’ex vigilessa uccisa dalle figlie a Temù;
- e il delitto di Giulia Tramontano, uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello.
La seconda stagione, in arrivo, si concentrerà su nuovi episodi di cronaca, tra cui il caso Giulia Cecchettin e il femminicidio di Lorys Stival, ampliando ulteriormente la riflessione sulla violenza di genere e la manipolazione psicologica.
L’impatto sul pubblico
Nella mente di Narciso è stata accolta con grande interesse dal pubblico di RaiPlay, che ha premiato l’approccio rigoroso e la capacità della Bruzzone di rendere accessibili concetti complessi senza mai scadere nel sensazionalismo.
Il format, infatti, si distingue per il tono sobrio e per la volontà di educare alla consapevolezza: capire come agiscono i narcisisti patologici può aiutare a riconoscerli nella vita quotidiana, non solo nei casi estremi.
Un racconto per comprendere e prevenire
Roberta Bruzzone firma così un progetto che fonde divulgazione e impegno civile, restituendo alla cronaca un valore di riflessione.
Nella mente di Narciso non si limita a raccontare i delitti, ma indaga i meccanismi che li generano — offrendo allo spettatore strumenti per leggere la realtà con occhi più consapevoli.