Il 30 settembre di 70 anni fa, James Dean perse la vita a soli 24 anni in un tragico incidente stradale che avrebbe trasformato un giovane attore promettente in una leggenda immortale. A bordo della sua Porsche 550 Spyder, ribattezzata “Little Bastard” e contrassegnata dal numero 130, Dean stava viaggiando verso Salinas per partecipare a una gara automobilistica. Quella strada diventò teatro del suo destino, e da allora la sua figura non ha mai smesso di affascinare il mondo.
Passione per la velocità
James Dean, come ricordato da Germano Bovolenta su Sportweek, era uno sportivo poliedrico: praticava basket, baseball e salto con l’asta, ma appena raggiungeva un certo livello di abilità, cambiava disciplina. La sua vera passione però era la velocità: l’adrenalina delle corse in auto lo affascinava come nulla al mondo.
Pochi giorni prima del tragico 30 settembre, Dean era stato fermato e multato per eccesso di velocità: viaggiava a 115 km/h su una strada con limite di 90 km/h. Nonostante l’avvertimento, il giovane attore continuava a spingere la sua “Little Bastard” al limite, convinto che nulla potesse fermarlo.
L’incidente
All’incrocio tra la Highway 41 e la 466, la Porsche di Dean si scontrò con una Ford grigia guidata da Donald Turnspeed, un ventiquattrenne studente universitario. L’impatto, descritto come “una sogliola contro una balena”, fu devastante: la Porsche, bassa e leggera, si schiantò contro la Ford Tudor Coupé.
Il meccanico di Dean, Rolf Wütherich, che viaggiava con lui, sopravvisse all’incidente, mentre Dean rimase intrappolato nell’abitacolo. Venne trovato con la spina dorsale spezzata, le braccia rotte e il volto quasi irriconoscibile. Morì sull’ambulanza prima di raggiungere l’ospedale di Paso Robles. Aveva 24 anni, 7 mesi e 22 giorni.
La Porsche “Little Bastard”
La Porsche 550 Spyder era un piccolo missile su ruote: lunga 3,7 metri, larga 1,5 e alta appena 98 centimetri, pesava meno di 600 kg e sviluppava 135 cavalli, una cifra significativa per l’epoca. Dean l’aveva acquistata per correre ufficialmente a Salinas dopo le riprese de Il gigante, ma decise di guidarla personalmente prima della gara per conoscerla meglio.
In precedenza aveva già gareggiato con una Porsche 356 Spyder, ottenendo vittorie e piazzamenti significativi. La sua passione per le corse non era un semplice hobby: ci stava davvero provando.
La leggenda della maledizione
Dopo l’incidente, la “Little Bastard” divenne presto famosa, o meglio, infame. Il preparatore George Barris acquistò la carrozzeria e ne vendette i pezzi, ma si racconta che questi furono protagonisti di incidenti e morti. La carcassa stessa veniva esposta in diverse fiere, attirando curiosi e appassionati, finché nel 1960 sparì misteriosamente dopo essere stata rubata da un treno.
Quella Porsche, simbolo di velocità, gioventù e destino tragico, ha contribuito a trasformare James Dean in un mito. Non era solo l’attore dei film che amiamo ancora oggi, ma un simbolo eterno di ribellione e passione, la cui leggenda iniziò proprio in quell’autunno del 1955.