La serie televisiva “Portobello”, diretta da Marco Bellocchio, è stata presentata alla 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. La produzione, composta da sei episodi, ripercorre la drammatica vicenda giudiziaria che coinvolse il noto conduttore televisivo Enzo Tortora negli anni ’80. La serie sarà disponibile su HBO Max nel 2026.
La vicenda giudiziaria di Enzo Tortora
Enzo Tortora, celebre conduttore del programma “Portobello”, fu arrestato il 17 giugno 1983 con l’accusa di associazione camorristica e traffico di droga. Le accuse si basavano principalmente sulle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, tra cui Giovanni Pandico e Pasquale Barra, successivamente rivelatesi inattendibili. Nonostante l’assenza di prove concrete, nel 1985 Tortora fu condannato in primo grado a dieci anni di reclusione. Nel 1986, la Corte d’Appello di Napoli lo assolse con formula piena, sentenza confermata dalla Corte di Cassazione nel 1987. La vicenda sollevò un acceso dibattito sull’uso delle dichiarazioni dei pentiti e sulla responsabilità civile dei magistrati. Tortora morì nel 1988, pochi mesi dopo la conclusione definitiva del processo.
La serie “Portobello” di Marco Bellocchio
La serie “Portobello” è stata scritta da Marco Bellocchio, Stefano Bises, Giordana Mari e Peppe Fiore. Nel cast figurano Fabrizio Gifuni nel ruolo di Enzo Tortora, Lino Musella, Romana Maggiora Vergano, Barbora Bobulova, Carlotta Gamba, Alessandro Preziosi e Fausto Russo Alesi. La produzione è stata realizzata da Our Films e Kavac Film, in coproduzione con Arte France e The Apartment Pictures, in collaborazione con Rai Fiction.
Dichiarazioni di Marco Bellocchio e Fabrizio Gifuni
Marco Bellocchio ha dichiarato: «Resta il mistero della cecità di certi giudici oltre ogni umana immaginazione. E la perseveranza del loro errore». Fabrizio Gifuni, interprete di Enzo Tortora, ha aggiunto: «Cosa significa quando qualcuno ti bussa alla porta e ti dice: venga con noi. Ed entri in una terribile ordalia, una ragnatela che somiglia alle prime quattro righe del Processo di Kafka».