Quattordici nuovi Paesi si preparano a riconoscere lo Stato di Palestina, secondo quanto emerge da fonti diplomatiche internazionali. La Francia, insieme ad Arabia Saudita e altri partner, sta guidando un’iniziativa all’ONU per ampliare il numero di Stati che riconoscono ufficialmente la Palestina. L’Unione Europea, intanto, ha evocato la memoria di Auschwitz per descrivere la situazione attuale nella Striscia di Gaza.
Nuovi riconoscimenti per la Palestina
Sarebbero 14 i Paesi pronti a riconoscere lo Stato di Palestina. L’iniziativa, promossa dalla Francia e sostenuta da Arabia Saudita, mira a rafforzare il peso diplomatico della Palestina nelle istituzioni internazionali. “La Francia continuerà a lavorare per una soluzione a due Stati”, ha dichiarato il ministro degli Esteri francese. La lista dei Paesi coinvolti non è stata ancora resa pubblica, ma fonti diplomatiche parlano di un’ampia adesione da parte di Stati africani, asiatici e latinoamericani. L’obiettivo è quello di presentare una posizione comune all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Il ruolo della Francia e delle Nazioni Unite
La Francia ha assunto un ruolo centrale nella promozione del riconoscimento della Palestina. Parigi avrebbe avviato una serie di consultazioni con diversi governi per coordinare l’annuncio dei riconoscimenti. L’iniziativa si inserisce in un contesto di crescente pressione internazionale per una soluzione diplomatica al conflitto israelo-palestinese. L’Arabia Saudita avrebbe svolto un ruolo di mediazione tra i Paesi arabi e quelli occidentali. Le Nazioni Unite, dal canto loro, hanno accolto con favore ogni passo verso il riconoscimento della Palestina come Stato membro a pieno titolo.
L’Unione Europea e il riferimento ad Auschwitz
Durante una riunione straordinaria, l’Unione Europea ha evocato la memoria di Auschwitz per descrivere la situazione nella Striscia di Gaza. “Non possiamo ignorare ciò che sta accadendo a Gaza, la storia ci impone di ricordare”, ha affermato un rappresentante europeo. Il riferimento ha suscitato reazioni contrastanti tra i membri dell’Unione, ma ha sottolineato la gravità della crisi umanitaria in corso. Alcuni Paesi europei hanno ribadito la necessità di un cessate il fuoco immediato e di un maggiore impegno internazionale per la protezione dei civili.