Marco Mengoni ha incantato il pubblico milanese con uno spettacolo intenso e personale, trasformando le sue esperienze in un viaggio emotivo condiviso.
Un viaggio emotivo tra musica e vita
Il concerto di Marco Mengoni a San Siro è stato un’opera pop che ha raccontato un anno difficile e la forza di trasformare le ferite in musica. L’artista ha emozionato il pubblico e sé stesso, con uno spettacolo che è molto più di un concerto: un viaggio interiore. “Quando vedo tutto questo non posso non esserne fiero. Ho trasmesso qualcosa di buono”, ha detto dal palco, osservando le 58 mila persone presenti. Questo momento ha racchiuso un anno segnato dalla perdita della madre e da un lungo silenzio artistico. “Era un momento buio, lo è ancora e lo sarà sempre perché il buco nero in quella cameretta esiste”, aveva raccontato l’artista prima della data di Napoli. “Però la musica, i concerti, le persone ti aiutano a mettere delle lucette intorno a quel buco lì, e impari a conviverci un po’ di più”.
Uno spettacolo tra rovine e città di cristallo
Lo show di Mengoni ha alternato atmosfere post-apocalittiche e città di cristallo, simbolo di una società fragile e alla ricerca di un continuo equilibrio. “In questo spettacolo c’è molto di me e di quello che succede intorno a noi, della nostra società e di come si è ricostruita dalle macerie”, ha spiegato l’artista. Lo spettacolo ha emozionato e destabilizzato: ballerini con il volto coperto, coreografie che hanno raccontato un’umanità in frantumi, e una voce narrante che ha accompagnato lo spettatore come un Virgilio contemporaneo.
Un momento di commozione condivisa
Verso la fine del concerto, Mengoni si è fermato, con la voce tremante, e ha detto: “Mi madre diceva di guardare negli occhi le persone per capire come sono, se sono buone o cattive. Stasera vi ho guardato negli occhi e mi è venuto da piangere”. Dopo un momento di silenzio, ha aggiunto: “Più che strapparmi corde vocali non posso. Grazie per la fiducia riposta in me”. La scaletta del concerto ha incluso brani come “Ti ho voluto bene veramente”, “Guerriero”, “L’essenziale” e “Esseri umani”, che hanno chiuso la serata tra abbracci e cori collettivi. Tra gli ospiti, Frah Quintale e Joan Thiele, ma il vero protagonista è stato Mengoni, con la sua voce, l’emozione e il suo grande talento. “Mi sono fermato, mi sono preso un po’ di tempo perché ultimamente il mondo musicale ti porta a correre”, ha aggiunto. A San Siro, tra il buio e le luci, Mengoni ha trasformato le ferite in arte, mostrando che la musica può essere un rifugio e una rivoluzione interiore.