Achille Costacurta: “Le droghe sono il demonio. Ho provato a togliermi la vita”

Il figlio di Billy Costacurta e Martina Colombari racconta la sua lotta contro le dipendenze e il percorso di rinascita.

Achille Costacurta, figlio di Billy Costacurta e Martina Colombari, ha recentemente condiviso la sua esperienza di lotta contro le dipendenze e il percorso di rinascita che lo ha portato a una nuova vita. In un’intervista a Repubblica, ha raccontato gli anni difficili segnati dall’uso di droghe e dal tentativo di suicidio, fino alla decisione di trasferirsi in Sicilia per ricominciare.

Un passato segnato da dipendenze e difficoltà

Achille ha iniziato a fare uso di droghe al suo diciottesimo compleanno, quando ha provato la mescalina, un potente allucinogeno. "Quando sei sotto, ti senti Dio e io pensavo di poter aiutare il mondo intero. Regalavo le mie collane d’oro ai senzatetto, aiutavo i ragazzi che fumavano crack portandoli a casa a fare una doccia. Ma in realtà mi stavo distruggendo. Le droghe sono il demonio. E il demonio ti prende e ti porta via", ha confessato. A 17 anni, mentre era detenuto in un centro penale minorile a Parma, ha tentato il suicidio ingerendo sette boccette di metadone, l’equivalente di 40 grammi di eroina. "Nessuno sa spiegarsi come io sia ancora vivo", ha dichiarato.

Il trasferimento in Sicilia e la rinascita

Nel febbraio scorso, Achille ha deciso di trasferirsi a Mondello, in Sicilia, per cambiare vita. "Avevo bisogno di cambiare aria. Milano mi metteva ansia", ha spiegato. A Mondello ha trovato un ambiente accogliente e non giudicante, che lo ha aiutato nel suo percorso di rinascita. "La gente non giudica. Ti tende la mano, ti accoglie", ha raccontato. Oggi, Achille afferma di sentirsi rinato: "Non tocco droghe, sto bene e ho recuperato il rapporto con i miei genitori. Prima litigavamo ogni giorno, ora siamo uniti. Se torno tardi, li chiamo".

Progetti futuri e desiderio di aiutare gli altri

Guardando al futuro, Achille ha espresso il desiderio di aprire un centro per ragazzi con sindrome di Down. "Aiutare gli altri mi fa sentire le farfalle nello stomaco", ha dichiarato. Questo progetto rappresenta per lui un modo per restituire il supporto ricevuto e per dare un senso alla sua nuova vita, lontana dalle dipendenze e dagli errori del passato.

le ultime news