James Gunn spiega la scelta di un Superman meno potente nel nuovo film

Il regista James Gunn ha deciso di ridurre i poteri di Superman nel suo nuovo film per rendere il personaggio più umano e le sue sfide più coinvolgenti.

James Gunn, regista e co-amministratore delegato di DC Studios, ha scelto di presentare un Superman meno invincibile nel suo nuovo film, uscito l’11 luglio 2025. Un’idea intenzionale che rompe con le leggende cinematografiche, ma che punta a rendere il personaggio più umano e coinvolgente.

Vulnerabilità come cifra narrativa 

In un’intervista a Rolling Stone, Gunn ha spiegato di volere un Superman “vulnerabile”: non un essere capace di abbattere pianeti, ma un eroe che può subire sconfitte. L’obiettivo: evitare il cliché del “Dio onnipotente” e garantire un personaggio con cui il pubblico possa empatizzare.

Reazione contro gli eccessi di potenza

Gunn ha dichiarato di considerare i dibattiti online sul “chi vincerebbe tra Superman, Homelander o Adam Warlock” del tutto privi di senso. Se tutto ruota attorno a chi è il più forte, basta scrivere un personaggio capace di distruggere con uno sguardo, facendo perdere ogni tensione narrativa. “Ma molti fan di Superman amano proprio il fatto che lui possa sconfiggere Dio. Vogliono l’essere più potente dell’universo. Non solo è difficile creare tensione in un universo in cui lui è il più potente, ma diventa anche difficile dare un senso agli altri eroi. Voglio dire, quanto può contare Lanterna Verde se Superman può mandarlo al tappeto con un pugno…” ha dichiarato Gunn.

Equilibrio nell’universo condiviso

Nel nuovo DC Universe, Superman convive con eroi come Hawkgirl, Lanterna Verde e Mister Terrific. Per evitare che sia così potente da rendere inutili gli altri, Gunn ha voluto un personaggio alla portata di sfide, che possa essere battuto e collaborare.

Simboleggiare la fragilità contemporanea

Il regista paragona il Superman iniziale, ferito in un paesaggio innevato, al momento in cui una nazione — o l’individuo — si sente sotto attacco ma conserva al proprio interno la bontà. L’immagine del corpo lacero diventa metafora della gentilezza “sotto assedio”.

Un eroe che diventa “più umano”

Come ha ribadito Gunn: “Voglio mettere in scena Superman che vuole essere come noi”. Non un dio alieno, ma un individuo con incrollabile senso di speranza e umanità.

Rispondere alle critiche storiche

Superman è spesso criticato per essere troppo potente, tanto da eliminare ogni tensione narrativa. Gunn accoglie queste critiche e decide di dare al suo eroe limiti reali, permettendo narrazioni più intense e relazioni più profonde.

Un inizio e non una genesi

Il film non ripercorre l’origine del personaggio, ma lo presenta già operante come giornalista del Daily Planet. La decisione di umanizzarlo non nasce da scelte retoriche, ma da un desiderio di raccontare un personaggio più completo, lontano dagli standard del blockbuster muscolare.

Conclusioni

James Gunn compie una scelta coraggiosa: decostruire il mito del supereroe invincibile per farne uno più autentico, vulnerabile e attuale. È una sfida che risponde sia alle critiche storiche sia alle esigenze di una narrazione moderna, capace di fondere azione e introspezione.

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