Eddy Merckx, conosciuto come il "Cannibale" per la sua insaziabile voglia di vittorie, compie 80 anni. In Belgio il suo compleanno è diventato un evento nazionale, con il campione ricevuto da re Filippo nel castello di Laeken. Merckx è considerato una leggenda vivente del ciclismo, celebrato anche a livello internazionale.
Il soprannome "Cannibale" fu inventato, secondo quanto raccontato dallo stesso Merckx, dalla figlia di un suo rivale. Nato nel 1945 a Meensel-Kiezegem, Merckx ha dominato il ciclismo tra gli anni ’60 e ’70, diventando protagonista di una storica rivalità con Felice Gimondi. "Mi piacerebbe tornare nel gruppo per sfidare Tadej Pogacar", ha dichiarato Merckx nei giorni scorsi, mostrando ancora la sua fame agonistica. Il suo palmarès comprende 445 vittorie su strada e 80 su pista, tra cui cinque Tour de France, cinque Giri d’Italia, una Vuelta, tre campionati del mondo su strada e trentatré classiche, tra cui sette Milano-Sanremo, cinque Liegi-Bastogne-Liegi e tre Parigi-Roubaix. È l’unico ad aver realizzato la doppietta Giro-Tour per tre volte.
Nel 1969 Merckx fu costretto ad abbandonare il Giro d’Italia dopo un controllo anti-doping. In quell’occasione, intervistato da Sergio Zavoli al "Processo al Giro", scoppiò in lacrime davanti alle telecamere, giurando la propria innocenza. Secondo alcune fonti, i giornali belgi parlarono di "una trappola" e Felice Gimondi, che conquistò la maglia rosa in assenza di Merckx, si rifiutò di indossarla. Merckx ha sempre sostenuto: "Il mio segreto sono genetica e umiltà".
A ottant’anni Merckx continua ad andare in bicicletta. Lo scorso dicembre una caduta lo ha costretto a una complessa operazione al bacino, risolta positivamente. Sul futuro del ciclismo, Merckx aveva dichiarato: "Il mio erede? Tadej Pogacar è quello che mi si assomiglia di più. È completo", salvo poi precisare che "lui ha solo due avversari, io ne avevo cinque o sei".