Il 20 maggio Diego Abatantuono celebra il suo 70° compleanno, segnando una carriera che ha attraversato oltre cinque decenni nel panorama cinematografico italiano. Nato a Milano nel 1955 da padre pugliese e madre lombarda, Abatantuono ha saputo reinventarsi più volte, passando dal cabaret al cinema d’autore, dalla commedia al dramma, diventando una figura iconica del nostro spettacolo.
Gli inizi: dal Derby Club al successo cinematografico
Cresciuto nel quartiere milanese del Giambellino, Abatantuono ha mosso i primi passi nel mondo dello spettacolo grazie al Derby Club, storico locale di cabaret gestito dai suoi zii, dove lavorava anche sua madre come guardarobiera. Iniziò come tecnico delle luci, ma ben presto il suo talento comico emerse, portandolo a esibirsi sul palco e a collaborare con artisti come Enzo Jannacci e Beppe Viola nel “Gruppo Repellente”. Il personaggio del “terrunciello”, stereotipo dell’immigrato meridionale a Milano, lo rese celebre negli anni ’80, soprattutto grazie al film “Eccezzziunale… veramente” (1982), in cui interpretava tre tifosi di calcio, ciascuno con una fede diversa. Il successo di questo film lo consacrò come uno dei comici più amati dal pubblico italiano.
La svolta drammatica e il sodalizio con Pupi Avati
Nonostante il successo nel genere comico, Abatantuono desiderava esplorare ruoli più profondi. La svolta arrivò con il regista Pupi Avati, che lo scelse per il film “Regalo di Natale” (1986). La sua interpretazione gli valse il Nastro d’Argento come miglior attore non protagonista, dimostrando la sua versatilità e aprendo la strada a una nuova fase della sua carriera . Negli anni successivi, Abatantuono collaborò con registi di spicco come Gabriele Salvatores, partecipando a film come “Marrakech Express” (1989), “Turné” (1990) e “Mediterraneo” (1991), quest’ultimo vincitore dell’Oscar come miglior film straniero. Queste opere consolidarono la sua reputazione come attore capace di affrontare ruoli complessi e sfaccettati.
Una carriera poliedrica tra cinema, teatro e televisione
Oltre al cinema, Abatantuono ha avuto una presenza significativa in televisione e teatro. Ha partecipato a numerose serie TV, tra cui “Il giudice Mastrangelo” e “Ridatemi mia moglie”, mostrando la sua capacità di adattarsi a diversi formati e generi. In teatro, ha interpretato opere come “Don Giovanni” sotto la regia di Luca De Filippo, evidenziando la sua versatilità artistica. Nel 2021, ha ricevuto il David di Donatello alla carriera, riconoscimento che celebra il suo contributo significativo al cinema italiano .
Vita privata: una famiglia lontana dai riflettori
Abatantuono ha sempre mantenuto una certa riservatezza riguardo alla sua vita privata. Nel 1984 ha sposato la scenografa Rita Rabassini, con cui ha avuto una figlia, Marta. Dopo la fine del matrimonio, ha avuto altri due figli, Matteo e Marco, con l’attuale compagna Giulia Begnotti, che ha sposato nel 2021 . In un’intervista, ha dichiarato: “Il mio film migliore è la famiglia”, sottolineando l’importanza che attribuisce ai legami familiari.
Un’icona del cinema italiano
Diego Abatantuono rappresenta una delle figure più emblematiche del cinema italiano, capace di attraversare generi e decenni con talento e autenticità. Dai suoi esordi nel cabaret milanese alla consacrazione come attore drammatico, ha saputo reinventarsi continuamente, mantenendo sempre un legame profondo con il pubblico.
A 70 anni, la sua carriera continua a essere fonte di ispirazione per le nuove generazioni di attori e registi, testimoniando la forza di un artista che ha saputo coniugare comicità e profondità, leggerezza e impegno.