Negli ultimi giorni la serie televisiva “Adolescence” è stata al centro di una controversia legata a una presunta ispirazione da un omicidio. Tuttavia questa storia sarebbe una bufala. La serie, che esplora le fragilità dei teenager, è stata erroneamente collegata a un evento di cronaca nera mai avvenuto.
La bufala dell’omicidio
La notizia che “Adolescence” fosse ispirata da un omicidio si è diffusa rapidamente sui social media, alimentata da post e commenti che ne discutevano la veridicità. Tuttavia, secondo il Post, non esistono prove concrete che confermino l’esistenza di un tale omicidio. La serie, infatti, si basa su storie di fantasia e non su eventi reali. Questa disinformazione ha portato a un acceso dibattito online, con molti utenti che hanno espresso il loro sconcerto per la diffusione di notizie false. Circola infatti una teoria falsa che sostiene che il protagonista tredicenne, bianco, accusato dell’omicidio di una compagna di scuola, sarebbe ispirato al ragazzo afrodiscendente condannato per l’accoltellamento avvenuto il 29 luglio 2024 a Southport, nel nord-ovest dell’Inghilterra. La bufala, secondo cui l’etnia del protagonista sarebbe stata modificata per motivi legati alla cosiddetta ideologia “woke”, con l’intento di evitare di rappresentare un ragazzo nero come assassino, ha avuto origine da un post su X (ex Twitter) ed è stata successivamente rilanciata da numerosi profili di estrema destra. A contribuire alla diffusione della falsa notizia è stato lo stesso Elon Musk, proprietario di X, che ha amplificato la polemica con un semplice commento.
L’origine della bufala
Il caso è stato scatenato da un post dell’influencer e autore di podcast Ian Miles Cheong, che il 20 marzo ha scritto su X, dove vanta 1,2 milioni di follower, che Adolescence sarebbe ispirata a eventi reali, tra cui l’omicidio di Southport. Cheong ha insinuato che la serie avesse alterato la realtà, sostituendo l’assassino originale con un “ragazzino bianco radicalizzato”, accusando la produzione di fare “propaganda contro i bianchi”. Il post ha ricevuto quasi 5 milioni di visualizzazioni e ha suscitato una grande reazione. Ma ciò che ha reso il tutto ancora più virale è stato il commento di Elon Musk, che ha semplicemente scritto “Wow” in risposta al tweet di Cheong, avallando di fatto la tesi del complotto. Il commento del miliardario ha amplificato notevolmente la portata della bufala, diffondendola tra i suoi 220 milioni di follower e favorendo la viralizzazione della teoria su altre piattaforme social, soprattutto tra i gruppi di estrema destra. Alcuni profili hanno anche messo a confronto la foto di Jamie, il protagonista della serie, con quella di Axel Rudakubana, il responsabile del triplice omicidio di Southport, al tempo 17enne, alimentando ulteriormente il conflitto di disinformazione.
Le verità che smontano la bufala
Ad ogni modo, la teoria diffusa non ha alcun fondamento. La serie Adolescence era stata annunciata il 14 marzo 2024, più di quattro mesi prima dell’attacco di Southport, quindi è del tutto infondata l’idea che gli sceneggiatori si siano ispirati a quell’episodio. Quando il tragico accoltellamento è avvenuto, infatti, la serie era già in fase di produzione, con le riprese che avevano già preso il via. Inoltre, i creatori della serie hanno chiarito più volte che la storia di Jamie non si basa su un caso specifico né su una persona reale, ma è ispirata a diversi fatti di cronaca che sono stati mescolati per creare un racconto di fantasia. Nonostante queste dichiarazioni ufficiali, la bufala ha continuato a diffondersi grazie all’amplificazione dei social media. La disinformazione è diventata così virale che ha sollevato critiche nei confronti di Elon Musk, accusato di favorire la diffusione di teorie del complotto razziste e di non fare abbastanza per fermare la proliferazione di contenuti falsi sulla sua piattaforma. Questo episodio non è il primo caso in cui Musk ha condiviso o avallato affermazioni infondate, facendo crescere preoccupazioni riguardo alla moderazione dei contenuti su X.
Le ripercussioni sociali e mediatiche
La polemica scatenata dalla bufala ha avuto un impatto significativo, non solo sulla reputazione di Adolescence, ma anche sul panorama più ampio dei social network e dei media. Il caso ha sollevato interrogativi su come i social media, e in particolare X, possano amplificare voci e teorie false, spesso senza una sufficiente verifica dei fatti. Inoltre, la connessione tra disinformazione e politica ha suscitato forti reazioni, con molti a criticare il fatto che la bufala sia stata diffusa da gruppi di estrema destra, sfruttando il caos per veicolare messaggi di divisione e razzismo. In un contesto in cui le piattaforme social sono sempre più influenti nella formazione dell’opinione pubblica, è evidente che la velocità con cui le informazioni – o disinformazioni – vengono diffuse può avere conseguenze gravi. La responsabilità delle grandi aziende tecnologiche nella gestione di queste situazioni è stata messa in discussione, soprattutto quando personaggi pubblici come Musk sembrano contribuire alla creazione di una narrazione alternativa alla realtà.
Conclusioni e riflessioni finali
L’episodio legato alla serie Adolescence dimostra come i social media possano essere terreno fertile per la disinformazione, spesso amplificata da figure di grande visibilità. Nonostante la smentita ufficiale dei creatori della serie, il danno è stato fatto, e la confusione generata ha creato una breccia difficile da sanare. In questo scenario diventa sempre più importante che gli utenti siano in grado di discernere tra fatti e bufale, e che le piattaforme social assumano un ruolo più attivo nella protezione dell’integrità delle informazioni. Inoltre, questo episodio evidenzia l’importanza di una corretta informazione, soprattutto quando si trattano temi delicati come la criminalità e l’etnia. La disinformazione non solo danneggia l’immagine di una serie come Adolescence, ma alimenta anche la polarizzazione e la diffidenza tra le persone, rischiando di creare divisioni su temi che, invece, dovrebbero essere trattati con serietà e responsabilità.