Arrestato dalle forze militare israeliane il co-regista premio Oscar di ‘No Other Land’ Hamdan Ballal

Ballal, uno dei registi del documentario premio Oscar 'No Other Land', è stato arrestato in Cisgiordania dalle forze israeliane.

L’arresto di Ballal

Il 24 marzo 2025, Hamdan Ballal, co-regista palestinese del documentario premio Oscar “No Other Land”, è stato vittima di un’aggressione da parte di coloni israeliani nel villaggio di Susya, situato nella Cisgiordania meridionale. Secondo le testimonianze, durante l’attacco Ballal è stato colpito alla testa e successivamente arrestato dalle forze militari israeliane mentre riceveva cure mediche in ambulanza. Al momento, non si hanno informazioni precise sul suo stato di salute né sul luogo di detenzione. 

La reazione internazionale

L’incidente ha suscitato una forte reazione internazionale. L’International Documentary Association ha condannato l’aggressione e l’arresto di Ballal, chiedendo il suo immediato rilascio e informazioni dettagliate sulle sue condizioni e sulle motivazioni della detenzione. Nonostante il successo internazionale del documentario, le autorità israeliane hanno intensificato gli sforzi per espellere i residenti palestinesi dalle loro terre. L’arresto di Hamdan Ballal rappresenta un ulteriore episodio nella complessa realtà della Cisgiordania, evidenziando le tensioni persistenti tra coloni israeliani e comunità palestinesi. La comunità internazionale nel frattempo continua a monitorare la situazione, sollecitando il rispetto dei diritti umani e la ricerca di soluzioni pacifiche al conflitto.

Il documentario No Other Land 

“No Other Land”, il documentario co-diretto da Ballal, racconta la distruzione progressiva della comunità rurale di Masafer Yatta in Cisgiordania, documentando le demolizioni e gli sfratti forzati operati dall’esercito israeliano con il pretesto di creare una zona di addestramento militare. Il film ha ricevuto riconoscimenti internazionali, tra cui l’Oscar per il miglior documentario nel 2025, evidenziando le difficoltà affrontate dai palestinesi nella regione. La vittoria del documentario ha acceso dibattiti in Israele, con il ministro della Cultura Miki Zohar che ha criticato il film, definendolo una distorsione della realtà e una minaccia per l’immagine del paese. Negli ultimi mesi, la situazione a Masafer Yatta è peggiorata, con un aumento delle violenze da parte dei coloni e delle demolizioni effettuate dall’esercito israeliano. 

le ultime news