Negli ultimi anni il fenomeno delle aggressioni nei confronti degli operatori sanitari ha registrato un preoccupante incremento, sollevando allarmi sia tra i professionisti del settore sia nella società civile. Questa tendenza evidenzia una crescente tensione all’interno delle strutture sanitarie e una necessità urgente di interventi mirati per garantire la sicurezza del personale medico e infermieristico.
Statistiche allarmanti
Secondo i dati presentati dalla Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso) in occasione della Giornata contro la violenza sugli operatori sanitari, le aggressioni al personale medico e infermieristico sono aumentate del 5,5% nel 2024 rispetto all’anno precedente. In media, ogni Azienda Sanitaria Locale (Asl) ha registrato 116 casi di violenza. Un’indagine congiunta condotta dall’Associazione Medici di Origine Straniera in Italia (Amsi), dall’Unione Medica Euro Mediterranea (Umem) e dal Movimento Uniti per Unire ha evidenziato incrementi percentuali delle aggressioni per regione nel 2024:
- Lombardia: +25%
- Campania: +22%
- Puglia: +20%
- Lazio: +19%
- Sicilia: +18%
- Veneto: +17%
- Piemonte e Liguria: +16%
- Emilia-Romagna: +15%
- Toscana: +14%
- Calabria: +13%
In Lombardia nel 2024, si sono verificati 5.690 episodi di aggressioni e violenze contro gli operatori sanitari, con un incremento del 17,7% rispetto ai 4.836 casi del 2023.
Casi recenti e mobilitazioni
Diversi episodi di violenza hanno scosso l’opinione pubblica e il settore sanitario. In Sicilia, a Palermo, durante un’emergenza, gli infermieri del servizio 118 sono stati aggrediti con calci e pugni dai familiari di un uomo che aveva accusato un malore in strada. Mentre i professionisti tentavano di rianimare l’uomo con un massaggio cardiaco, due fratelli del paziente, infuriati per il presunto ritardo dell’ambulanza, hanno iniziato ad aggredirli. Nonostante gli sforzi dei sanitari, l’uomo è deceduto. La polizia è intervenuta per controllare la situazione e consentire il trasferimento del paziente in ospedale. Gli aggressori saranno denunciati per l’attacco e per interruzione del servizio pubblico di emergenza. In Italia le aggressioni ai sanitari sono in aumento, con circa 16.000 casi registrati nel 2023, segnando un incremento del 38% dal 2019. Le riduzioni dei budget sanitari e le lunghe liste d’attesa sono tra le cause principali di questa violenza. I professionisti sanitari hanno organizzato manifestazioni per protestare contro le aggressioni ripetute, in particolare dopo incidenti all’ospedale Riuniti di Foggia e all’ospedale di Pescara. Il governo ha rafforzato la sicurezza negli ospedali, ma i sanitari chiedono più personale per rispondere alle crescenti esigenze dei pazienti.
Cause del fenomeno
Le cause delle aggressioni agli operatori sanitari sono molteplici e complesse:
- Sovraccarico delle strutture sanitarie: Le lunghe liste d’attesa e la carenza di personale possono generare frustrazione nei pazienti e nei loro familiari, sfociando in episodi di violenza.
- Riduzione dei finanziamenti: I tagli al settore sanitario hanno portato a una diminuzione delle risorse disponibili, aumentando lo stress sia per i pazienti che per il personale medico.
- Disinformazione e aspettative irrealistiche: L’accesso a informazioni non verificate online può portare i pazienti ad avere aspettative irrealistiche riguardo alle cure, causando tensioni con il personale sanitario.
Misure adottate e proposte
Per contrastare questo fenomeno, sono state adottate e proposte diverse misure:
- Aumento della sicurezza: In alcune regioni, come la Lombardia, sono stati installati pulsanti di emergenza negli ospedali e fornite body cam agli operatori sanitari per garantire maggiore sicurezza.
- Potenziamento del personale: Le organizzazioni sanitarie chiedono l’assunzione di più personale per ridurre il carico di lavoro e migliorare la qualità dell’assistenza.
- Campagne di sensibilizzazione: Sono in corso iniziative per educare il pubblico al rispetto e alla comprensione del lavoro svolto dagli operatori sanitari.
- Interventi legislativi: Si discute l’introduzione di pene più severe per chi aggredisce il personale sanitario e la sospensione dell’assistenza sanitaria gratuita per gli aggressori.