Pupi Avati ha recentemente espresso profonde preoccupazioni riguardo alla situazione del cinema italiano e alla sua condizione economica personale. In una serie di interviste, Avati ha parlato apertamente delle difficoltà che sta affrontando il settore cinematografico nel paese e della sua personale mancanza di risorse finanziarie.
“Non ho un soldo da parte”
In un’intervista, Pupi Avati ha rivelato di non avere risparmi. “Non ho un soldo da parte”, ha dichiarato il regista, sottolineando come la sua situazione economica sia precaria nonostante una carriera lunga e di successo nel cinema. “Dopo quasi sessant’anni di carriera non sono ricco come molti pensano. Sono povero, se fossi rimasto a vendere surgelati a quest’ora sarei milionario”. Oggi il regista vive in una casa al centro di Roma “Ma non è la mia, anche se ci vivo da 55 anni, pago l’affitto, non l’ho mai comprata perché non ho i soldi”, ha sottolineato l’artista, aggiungendo poi: “Ci sono stati anni in cui ne ho avuti, periodi in cui le banche elargivano così tanto credito al cinema italiano che mio fratello Antonio girava con la carta di credito di titanio. I soldi giravano, punto. Ora a stento c’è il bancomat”.
“Il cinema italiano è a un passo dal baratro”
Avati ha descritto il cinema italiano come “a un passo dal baratro”, esprimendo il timore che il settore stia per collassare. Secondo il regista, il cinema italiano è già “dentro il baratro” e rischia di scomparire se non si interviene rapidamente. Avati ha criticato le politiche attuali, affermando che il governo, guidato da Giorgia Meloni, sta sbagliando a considerare il cinema come un settore di sinistra e a non supportarlo adeguatamente. La mancanza di investimenti e di attenzione da parte delle istituzioni rischia di compromettere ulteriormente un settore già in difficoltà.
Critiche alle politiche governative
Avati non ha risparmiato critiche al governo italiano, accusandolo di trascurare il cinema. Ha sottolineato come le politiche attuali stiano contribuendo alla crisi del settore, e ha esortato le autorità a riconsiderare la loro posizione. “Meloni sbaglia a far morire il cinema italiano”, ha affermato, ribadendo la necessità di un maggiore sostegno pubblico per evitare il collasso definitivo del cinema nazionale. Avati ha invitato a un cambiamento di approccio che possa salvaguardare il patrimonio culturale rappresentato dal cinema italiano.