Marracash: “Viviamo un momento di mercato asfissiante in cui sembra che devi rispettare certe regole per ottenere dei risultati”

Ne I corrieri di Kiss Kiss Alfio e Ciro hanno avuto ospite in collegamento Marracash, il quale ha raccontato qualche dettaglio in più del nuovo album È finita la pace, uscito a sorpresa il 13 dicembre.

Oggi è ospite ne I corrieri di Kiss Kiss il king del rap italiano. Signori, benvenuto a Marracash!

Ciao a tutti!

Allora, noi abbiamo subito pronte le domande che abbiamo da farti perché abbiamo tante curiosità. Partirei subito dal titolo del disco È finita la pace. Mi pare di avere sentito in conferenza stampa che la pace è finita per un po’ di motivi. Quali sono? Li vorremmo sentire da te.

È un titolo che ha diversi significati. Come si vede dalla copertina, ho scritto questo disco come dentro ad una bolla. Nel senso che sono stato un po’ lontano dalle scene e per i fatti miei. Infatti, nel disco non ci sono featuring, non ci sono interventi esterni. Per cui ho costruito una mia pace. Insomma, il titolo giocava sul fatto che mi affacciassi di nuovo su questa scena e poi era una sorta di dichiarazione verso gli altri sul mio ritorno. Ma è anche un’analisi del mondo.

Ma c’è una frase o un verso di quest’album che se potessi scriveresti su un muro. Talmente forte che dici ‘Questa è la frase’?

Proprio È finita la pace.

Nella prima traccia Power Slap tu hai scritto ‘Ti ricordo bimbo, chi saresti con sta sberla senza Sanremo, senza l’estivo, senza Petrella. Adesso non ti dico di fare i nomi, se vuoi farlo ben venga, ma è riferito a qualcuno in particolare?

No. È un pezzo che vuole fotografare una situazione, un momento di mercato asfissiante in cui sembra che ultimamente devi rispettare certe regole per ottenere dei risultati. Ci sono dei momenti di mercato predefinito che sono l’estivo e Sanremo che appiattiscono tutto per quanto mi riguarda. C’è un modo di fare musica che è un po’ uguale per tutti che si mettono in sette per scrivere la hit o fare la collaborazione giusta in modo da spaccare e unire le fan base. Insomma c’è tutto un sistema che secondo me è normale che esista, però così esageratamente finisce per soffocare un po’ la creatività.

Ci vuole tanto coraggio ad esprimere un concetto del genere. Ma se tu dovessi spiegare la tua musica ad un alieno che non sa come sia la musica e il rap, quale pezzo gli faresti ascoltare? Non per forza tuo, ma anche straniero…

Gli farei ascoltare un album di Nas che ha dentro il ritmo urbano della città, la poesia e la giusta dose di critica sociale e di rappresentazione della realtà che è Illmatic. È un classicone, però se viene un alieno deve partire dalle basi!

Sei definito il king del rap, ma tanti addetti ai lavori dicono che sei anche lo psicologo del rap per i temi che tu affronti e per come li affronti. Quale pensi che sia il consiglio più prezioso che hai dato a qualcuno e a chi?

Penso che la cosa più preziosa che ho fatto sia stata aprirmi, più che dare un consiglio. Io esprimo anche un sacco di dubbi e incertezze come autoanalisi su me stesso che non è detto che vadano bene su un altro. Però già il fatto di aprirsi è d’aiuto per qualcuno. È questo che alla fine arriva secondo me.

Tu hai mai visto Saw – L’enigmista che dice ‘Vorrei fare un gioco con te…’. Tu spesso hai parlato di Fomo (Fear of Missing Out), ovvero la paura di restare esclusi da qualcosa perché non ci dobbiamo mai perdere niente. Le nuove generazioni si stanno anche aprendo alla Jomo, la Joy of Missing Out, cioè la felicità di perdersi qualcosa per non stressarsi. Ti presenterò una serie di scenari che tu ci dirai se sono da Fomo o Jomo.

Perfetto…

Come avrà risposto Marracash al gioco con Alfio e Ciro? Scoprilo guardando il video dell’intervista!

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