Mercato immobiliare: calo drastico dei mutui, crescono gli affitti

Caduta dei mutui nel mercato immobiliare, i dati sono ufficiali. Per contro, è stata riscontrata una grande impennata degli affitti.
Questa mattina, in Good Morning Kiss Kiss, abbiamo parlato di mercato immobiliare, mutui e affitti con il presidente nazionale FIAIP Gian Battista Baccarini.

Buongiorno presidente bentornato! Mutui in calo, partiamo con questa notizia.

«Buongiorno a tutti i radioascoltatori e le radioascoltatrici. L’anno scorso effettivamente, rispetto al 2022, c’è stato un calo del 30%, addirittura c’è chi stima un 40% dei mutui in meno. Questo è stato innanzitutto dettato da una politica monetaria della Banca Centrale Europea che ha visto in un anno, da luglio 2022 a luglio 2023, ben dieci rialzi consecutivi. Il tasso di riferimento è passato da 1,0 a 4.5. Questo ha portato le persone a stare più accorte, ed è più faticoso l’accesso al credito. Questo giustifica anche il calo del numero delle compravendite residenziali, in particolare delle prime case, che sono calate del 13% rispetto al 2022.»

Abbiamo trovato una causa scatenante, non è che l’italiano non è più attaccato al mattone come un tempo.

«No, assolutamente. L’anno scorso abbiamo registrato, è vero, un calo dell’acquisto delle prime case ma un aumento dell’acquisto delle seconde case. In particolare, gli acquisti da investimento sono cresciuti del 28%. Sempre più italiani hanno deciso di proteggere i propri risparmi dagli effetti inflattivi andando a comprarsi un secondo appartamento e mettendolo a rendita, soprattutto tramite le locazioni brevi, quelle denominate come “turistiche”, che sono più sicure e redditizie.»

A tal proposito, gli affitti crescono a dismisura. Il merito è di questi affitti brevi? Della nuova cedolare secca? Del fatto che gli italiani non vogliono più investire nell’immobiliare? Da cosa dipende?

«C’è questa forte spinte degli affitti, come abbiamo detto, perché accedere alla casa è più difficile per via dell’aumento dei tassi. Un’altra notizia utile è che da fine anno c’è lo stop dell’aumento dei tassi. La BCE pochi giorni fa, per la quarta volta ha tenuto fermi i tassi. A giugno dovrebbe esserci un primo taglio, che faciliterebbe l’accesso alla casa. Sugli affitti, è anche vero che c’è pochissima offerta. Soprattutto nelle grandi città c’è una grandissima difficoltà, se non a prezzi molto alti. Qui c’è il grande tema dell’attuazione di politiche abitative che possano aumentare l’offerta sia pubblica che privata, attraverso una sinergia.»

La nuova cedolare secca non avrebbe dovuto mettere un freno a questi affitti brevi?

«È una misura un po’ debole. Un aumento al 26% è applicato solo dalla seconda casa affittata per periodi brevi. Quindi non viene applicata se viene affittata una. Non si risolve il problema dell’emergenza abitativa, perché non si smette di fare affitti brevi. Il problema è capire perché i proprietari decidano sempre più di affittare breve anziché lungo. I motivi li abbiamo detti più volte: sono più flessibili, hanno una fiscalità più definita e non c’è rischio locativo per morosità.»

Quando si acquista la prima casa ci sono gli sgravi fiscali, ma c’è anche una specie di obbligo, no?

«Sì. Praticamente se si compra la prima casa si hanno una serie di sgravi fiscali. Se però, rivende entro cinque anni, deve restituire queste imposte che non ha pagato a meno che non riacquisti un’abitazione principale entro 12 mesi.»

Grazie presidente!

«Grazie a voi, Kiss Kiss a tutti!»

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