Oggi in Good Morning Kiss Kiss abbiamo avuto ospite in diretta con noi Saveria Giordano, assessore alla cultura del paese di Sant’Anastasia in provincia di Napoli.
Sant’Anastasia è una cittadina della provincia di Napoli che si trova nella zona vesuviana, ad appena 7 chilometri dal capoluogo partenopeo. È parte del Parco Nazionale del Vesuvio e il centro urbano sorge alle pendici del Monte Somma.
Nonostante il paese non abbia una grande estensione territoriale, l’altitudine varia dai 34 metri sul livello del mare della frazione Guadagni ai 1.131 metri di Punta Nasone. La zona di Sant’Anastasia è stata abitata sin dai tempi più antichi, come testimoniato da ritrovamenti a nord della città che evidenziano il passaggio di tribù nomadi.
In epoca romana l’area era definita semplicemente Campus Romanus, toponimo che si riflette nella presenza del cognome Romano e nel nome della frazione Romani. Dal 90 a.C. in poi la zona viene divisa tra le grandi famiglie nobili romane che ne fanno il loro luogo di villeggiatura.
Nel 552 l’imperatore Giustiniano invia un esercito di Greci per cacciare i Goti e in questo periodo gran parte del Campus Romanus inizia ad essere chiamato Sant’Anastasia. La scelta deriva dal culto di Anastasia, una vergine greca venerata in molte parti dell’Europa dell’Est.
Il toponimo ricorrerà ufficialmente in forma scritta in un decreto risalente al 1090 e in uno successivo del 1127. Nel 1276 Carlo d’Angiò prende possesso dei territori e alla fine del periodo angioino il borgo passa in mano agli aragonesi, diventando “buen retiro” di Alfonso V d’Aragona.
Nel 1647 inizia una rivolta popolare contro la dominazione spagnola capeggiata da Masaniello e molti degli abitanti moriranno a causa della peste. Con la Repubblica Napoletana nel 1799 Sant’Anastasia si schiera dalla parte dei Borbone e nel 1810 la città diventa municipio autonomo.
Nel XIX secolo inizia invece la lotta per affrancarsi dai Borbone che terminerà con l’Unità d’Italia e in questi anni si assiste ad uno sviluppo urbanistico importante con la costruzione di nuove strade, dell’acquedotto di Serino e della ferrovia Circumvesuviana
Sant’Anastasia è inoltre conosciuta per il tradizionale pellegrinaggio al Santuario della Madonna dell’Arco che si svolge ogni anno il Lunedì in Albis. In questa giornata accorrono in massa centinaia di migliaia di fedeli da tutta la Regione, noti come battenti o fujenti.
Vestono di bianco indossando una fascia rossa allacciata in vita e un’altra azzurra a tracolla e arrivano al santuario a piedi scalzi in segno di devozione. Il pellegrinaggio risale al XV secolo ed ancora oggi è una delle tradizioni più caratteristiche del paese vesuviano.
Luoghi d’interesse di Sant’Anastasia
- Santuario della Madonna dell’Arco: complesso religioso eretto in stile barocco del 1593 che include un convento ed una chiesa meta di pellegrinaggio il giorno di Pasquetta
- Villa Tortora Brayda: è la villa comunale di Sant’Anastasia ed accoglie una grande area verde aperta al pubblico
- Chiesa Collegiata di Santa Maria la Nova: l’edificio del XVI secolo presenta un campanile e diversi dipinti risalenti al XVI e al XVII secolo
- Palazzo Nicola Amore: situato nel punto più elevato del paese (210 metri), il palazzo è stato costruito dalla famiglia Marigliano, poi passato all’avvocato Nicola Amore
- Convento di Sant’Antonio: convento francescano del XVI scolo edificato dal beato Ludovico di Casoria nel cuore del centro storico
Piatti e prodotti tipici di Sant’Anastasia
La tradizione gastronomica di Sant’Anastasia ha assorbito la maggior parte dei piatti della cucina napoletana. Infatti, tra le varie specialità da assaggiare nel Comune campano abbiamo la minestra maritata con la carne di maiale, il capretto con le patate al forno, il soffritto e ‘O pere e ‘o musso.
Uno dei piatti tipici sono poi gli stintinielli, degli involtini di interiora di capretto arrostiti oppure cotti nel sugo di pomodorini del piennolo. Altre prelibatezze sono la marmellata di albicocche pellecchiella, le melanzane al cioccolato, a cui si possono accostare vini come il Lacryma Christi e la Catalanesca.