Jake La Furia: “Se il rap influenza negativamente i giovani allora bisogna abolire i film d’azione e molto altro”

Jack La Furia da qualche giorno è sbarcato in tv con la nuova stagione di X Factor ed accanto a lui ci saranno altri importanti colleghi come Paola Iezzi, Achille Lauro e Manuel Agnelli. Intervistato dal Corriere della Sera il rapper dei Club Dogo ha parlato della sua ultima esperienza televisiva ed ha riservato parole al miele per gli altri giudici seduti al tavolo con lui.

Francesco Vigorelli all’anagrafe, Jack La Furia ha parlato anche del perché abbia preso ispirazione dal film Once Were Warriors del 1994 per la scelta del suo nome d’arte: “Mi colpì perché da giovane pirla qual ero sono sempre stato affascinato dai personaggi negativi come Jake La Furia, ma il film ha anche un risvolto di speranza nel finale, una redemption. Un po’ come è capitato a me”.

C’è poi spazio per una domanda sulla sua vita da ragazzo a Milano e su come andasse a scuola: “Mai stato un grande studente, ho fatto tre volte la prima al liceo artistico e poi ho salutato. Non mi piaceva l’autorità. Ero così, da ragazzo, un po’ un demente: il sistema scuola non funzionava con me. Ma sono sempre stato curioso, e questo mi ha salvato, mi ha permesso di non crescere ignorante, ho scelto io cosa studiare”.

Per finire, Jack La Furia ha anche espresso il suo pensiero sullo stereotipo della cattiva influenza del rap a causa dei testi spesso accusati di essere violenti: “Se pensiamo all’ipotetica influenza negativa sui giovani allora bisogna abolire i film d’azione, certa letteratura fantastica, il pulp e un sacco di altre cose. Sono le famiglie – non noi – a dover insegnare certi principi. E poi la nostra musica con i Club Dogo è stata anche cronaca della realtà e la realtà non è sempre bella”.

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