Sangiovanni: «I braccialetti che indosso sono regali dei fan»

Sangiovanni è stato ospite negli studi di Radio Kiss Kiss per presentare il suo album "Cadere Volare" e per parlare del suo tour.

Sangiovanni è stato ospite negli studi di Radio Kiss Kiss per presentare il suo album "Cadere Volare" e per parlare del suo tour.

Come stai vivendo il tuo primo tour?
«Beh, voglio che le persone si divertano e che si sentano libere di cantare, gridare, saltare, soprattutto dopo tutto questo tempo in cui non abbiamo potuto farlo. Voglio che le persone si divertano, e io di conseguenza. È una grande festa, mi piace il concerto perché siamo tutti liberi di dire e di essere quello che vogliamo. Non ci sono limiti, né pregiudizi.»

Hai avuto suggerimenti da qualche collega per il tour?
«In realtà no. Sono andato a vedere concerti di altri colleghi e gli altri sono venuti ai miei. Poi ci si confronta e si cerca di portare a casa il risultato migliore. È bello che le persone, al di là di cantare e ballare, vedano anche uno show che valga la pena.»

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Ad alcuni tuoi colleghi capita di ricevere oggetti sul palco durante i concerti. Succede anche a te?
«Mi lanciano sempre un sacco di cose. Ad uno degli ultimi live mi hanno tirato un braccialetto che mi stava andando nell'occhio. Comunque mi hanno lanciato tante cose: braccialetti, elastici, reggiseni, cartelloni. E mi è capitato anche di firmare magliette. Inoltre, conservo tutto. I braccialetti che sto indossando anche adesso sono tutti regali dei fan.»

"Cadere Volare" è un album figlio di una terapia che hai fatto e tu stesso hai detto che non bisogna vergognarsi della psicoterapia.
«La terapia al giorno d'oggi non è molto compresa. C'è l'idea che chi va in terapia sia pazzo, ma non è così. La cosa bella è che trovi una persona con cui parlare che non ti giudica, che è imparziale e lì solo per darti una mano. Io vado in terapia e credo che anche le persone più equilibrate ci dovrebbero andare. La terapia aiuta a stare bene.»

Nella serie "Summertime 3" hai interpretato te stesso. Com'è stata questa esperienza?
«Non sono appassionato di serie tv, ma so che "Summertime" è molto rappresentativo della nostra generazione. Mi hanno chiesto di presentare un pezzo. Io avevo un pezzo dall'estate scorsa, lo abbiamo adattato e presentato, ed è piaciuto molto. Quindi l'ho cantato nella serie tv in una puntata in cui interpretavo me stesso durante un concerto.»

Come ti sei trovato nel ruolo di attore?
«Non lo so, io ho fatto il mio, ma ho timore di non essere capace. Ma mi cimenterei nel ruolo di attore, sarebbe figo, e inoltre l'arte è sempre l'arte.»




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