Rivivi l’intervista a Rosa Chemical in Dedikiss.
C’è con noi Rosa Chemical!
«Ciao ragazzi!»
Lo sai che la cosa più trasgressiva che hai fatto fino ad ora non sono le attrici porno, i testi delle tue canzoni, ma è fare una cover di Renato Carosone?
«È vero. Cambiare così tanto il significato a quella canzone, adattarla a settant’anni dopo è davvero trasgressivo.»
Come mai la scelta di “Bellu Guaglione“?
«L’idea l’ha avuta il mio produttore, che mi pressava per fare questa canzone per l’estate. Il “campionato” estivo è un’altra cosa, cambia la tipologia di pezzo che esce. La sua idea è stata di prendere il pezzo e rivisitarlo. Poi io insieme a La Cava, che è un bravissimo autore, abbiamo raccontato questo viaggio, lo storytelling. Il pezzo è la storia di Sarracino che si sveglia nel 2023 in un mondo diverso da 70 anni fa, dove la mission sta nel piacere per ciò che si è, e non per l’immagine si vuole che siamo. In una società fluida…»
Un Sarracino fluido.
«Non volevo dirlo come lo chiamavo io, ma è un Sarracino fluido e fluidificato, che piace a tutti per quello che è: libero.»
Hai preso una canzone davvero famosissima in tutto il mondo, ci sarà chi ti ha detto “sei pazzo, ma sei sicuro”. Come commentano le persone intorno a te?
«Non ho ricevuto troppe critiche negative. Anzi, devo dire che non mi vengono in mente critiche negative. Il timore era prendere un pezzo napoletano così legato alla cultura e alla storia di Napoli poteva essere rischioso, perché non essendo io napoletano rischiavo di far finta di essere quello che non sono. Quello che ho voluto fare con la canzone è darle un diverso significato, ma superficialmente potevo sembrare uno che vuole fare il napoletano piacione.»
Non è il tuo caso.
«No. Ma spesso se la gente non approfondisce le cose, poi possono sembrare quello che non sono.»
Rosa, molti, prima di Sanremo, ti etichettavano come “diseducativo” per i più piccoli. Addirittura si chiedeva la tua esclusione dal Festival al grido di “proteggiamo i bambini”. In realtà, poi, hai fatto divertire tutti.
«Che è quello che volevo ottenere con Bellu Guaglione. Magari il giudizio prima dell’ascolto e prima della comprensione poteva essere quello, invece è stato accolto bene.»
Sei stato apprezzato anche dai più piccoli. Un pubblico trasversale no?
«La fascia che ho sempre intercettato è 18-24. Mentre adesso sono aumentato un sacco i bambini.»
Cosa ti dicono quando li vedi? Che poi i bambini sono sinonimo di purezza.
«Non hanno pregiudizi, non hanno paura o filtri. Ti vedono per quello che sei. I bambini ballano tutti Made in Italy. Anche i genitori si avvicinano con i figli.»
Ti sei preso una bella rivincita.
«Dai, sì.»
Tra l’altro hai anche realizzato tre opere di street art proprio per devolvere il ricavato in favore dei bambini del Policlinico San Donato di Milano e del Santobono Pausillipon di Napoli. Ci racconti quest’esperienza?
«Io sono solito fare questo genere di cose, ho un forte legame con la beneficienza e con l’aiutare. Ho la fortuna di conoscere una ragazza che si chiama Chiara, che si occupa di mettere in contatto artisti e spedale per queste iniziative. Con lei ho avuto questa idea, visto che avevo i miei primi concerti in assoluto: visto che avevo il mio palco e il mio tempo, perché non utilizzarlo per fare qualcosa? Oltre che dare una mano a qualcuno, anche far vedere qualcosa di mio. Quindi ho preso queste tele, due bombolette, una rosa e una nera, e mi facevo dire dai fan cosa disegnare. Mi hanno detto di tutto: piedi, pipistrelli, palme…»
E il ricavato è andato a questi due ospedali.
«Sì, per dei macchinari per la cardiochirurgia per i bambini.»
Rosa il tuo messaggio è quello di un amore libero, senza limiti, senza confini, senza etichette. Ma anche la musica lo è, e con te che vogliamo fare quindi un gioco dove vogliamo abbattere le barriere nel mondo musicale. Noi ti elenchiamo dei titoli di canzoni immaginarie, inventate, e tu dovrai dirci con chi le canteresti. Il gioco si chiama “feat-ish”
«Bello!»
“50 sfumature di Rosa”, con chi faresti il feat?
«Io, Myss Keta e Achille Lauro.»
“A piede libero”
«Io e Geolier. Mi dà quella street. Geolier e Paky insieme.»
“Signora, i limoni”
«Io e Gigi D’Alessio.»
“Sanremo 2024”.
«Io, Colapesce e Dimartino.»
“Tu vuò fa’ l’americano”
«Justin Bieber.»
Stai girando l’Italia, hai una marea di date, basta vederle sui tuoi social. Oggi con noi c’è stato Rosa Chemical!
«Grazie!»