Macklemore: “Se tornassi indietro non chiederei scusa per il Grammy vinto. Non sarei qui senza mia moglie”

Abbiamo intervistato Macklemore a Milano, che ci ha parlato della sua carriera, del nuovo album e del suo rapporto con la famiglia.

In occasione delle sue tappe a Milano, abbiamo fatto qualche domanda a Macklemore.

Ciao Macklemore! Dopo 6 anni, ecco il tuo nuovo album. Si chiama “Ben”, come te. Un modo per metterti a nudo?

«Penso che tutta la musica sia un modo di alleviare l’anima. Non so se sia un legame diretto con il titolo, ma ogni volta che scrivo un album cerco di togliere strati e arrivare alla mia verità e dare alle persone chi davvero sono.»

In questo album, tra i Producer, c’è anche Ryan Lewis. Con lui avete fatto la storia dell’Hip Hop. Quanto è stato facile tornare a lavorare insieme?

«Lavorare con Ryan è sempre grandioso, mi diverto tantissimo con lui, è una leggenda. Ha una mente grandiosa, brillante, bella.»

Can't Hold Us” è il singolo che ti ha reso famoso nel mondo. Il 17 Aprile scorso ha compiuto 10 anni eppure è ancora protagonista nelle consolle di milioni di party nel mondo ogni giorno. Come ti fa sentire?

«Benissimo. Abbiamo fatto un pezzo che probabilmente verrà suonato per tantissimo tempo. È una cosa bellissima catturare un suono, un momento, un’energia, uno spirito nella stanza che sai che ti porterai dietro per tutta la vita. È tutto ciò che speri come artista.»

Sei stato definito il rapper bianco più importante dai tempi di Eminem. Quanto senti questa responsabilità?

«No, mi piace pensarmi come rapper per prima cosa. Penso a me stesso come artista. Sono un rapper bianco, ma non si tratta di dire “dai tempi di Eminem”, non è quello il punto. Per me è sempre stato importante parlare del mio privilegio di essere bianco, in un modo che sia autentico e rispecchi la realtà. E credo sia facile dire che voglio essere conosciuto semplicemente come rapper, certo, ma è più complicato di così. Soprattutto in America, la questione razziale è incastonata nel tessuto che ha formato e modellato la nazione. Quindi, questo tipo di distinzione razziale non è genuina per me.»

Quando hai vinto il Grammy hai chiesto scusa all’artista che avrebbe dovuto vincere il premio. Oggi lo rifaresti?

«No, ma l’ho fatto in quel momento. Però, sai, si impara vivendo. Era un periodo folle, e non esiste un manuale su come percorrere la traiettoria del successo. Soprattutto in quel momento, mi pare fosse il 2013, dieci anni fa, era un periodo molto diverso per l’hip-hop e per il punto in cui la musica era in generale. Oggi è un periodo totalmente diverso. Quel momento mi ha insegnato molto.»

Com’è il pubblico Italiano. Cosa ti piace dell’Italia?

«Sono appassionati. C’è tanto amore, tanta energia, puoi sentirle. C’è una connessione vera. Qui si raggiunge la perfezione nel modo in cui i fan dovrebbero essere. Amo la connessione viscerale tra me e i fan. Milano è un posto molto speciale.»

Sui social pubblichi spesso video con tua figlia e con tua moglie. Quanto sono stati importanti per te a livello professionale?

«Mia moglie è importantissima a livello professionale. Non sarei qui se non fosse per lei. Lei è la forza che mi guida e mi ispira. Le sue impronte digitali sono su tutto quello che ho fatto negli ultimi 10, anzi 15 anni. È parte intrinseca di ogni nostra scelta: dagli outfit che vedrete stasera sul palco, alle luci, al modo in cui finiscono le canzoni, ai video. Ha un po’ di lavoro da fare.»

Hai spesso manifestato grande sensibilità per i diritti degli omosessuali. Senti che oggi le cose stanno davvero cambiando in meglio?

«Sì, credo che stiamo evolvendo come società, come cultura e come persone. Ovviamente c’è ancora molta strada da fare. Facciamo dei passi avanti e anche alcuni indietro, poi di nuovo avanti. Sarebbe meglio fare questa domanda a chi è membro della comunità LGBTQ+ e non a me, anche se io faccio qualcosa da un punto di vista privilegiato. Da quando ho scritto Same Love 20 anni fa, che era contenuta in The Heist, c’è stato molto progresso. Ci sono stati tanti movimenti che hanno scritto la storia e che sono stati fondamentali per i diritti umani. In quel momento sono stato molto fiero di portare la mia voce, pur da privilegiato.»

Grazie Macklemore, Kiss Kiss a te!

«Kiss Kiss a tutti!»

Le foto del concerto a Milano.

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