Oggi in Good Morning Kiss Kiss abbiamo avuto ospite in diretta il giornalista Giampiero Gramaglia per discutere con lui della corsa alla Casa Bianca e delle possibilità di vittoria di Kamala Harris.
Oggi parliamo della svolta alla corsa alla Casa Bianca con l’ufficializzazione della candidatura di Kamala Harris alla presidenza. Le elezioni sono ormai dietro l’angolo e la Harris è la prima donna di colore a candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti. Per approfondire abbiamo in diretta con noi il giornalista Giampiero Gramaglia. Buongiorno e bentornato!
Buongiorno Max e Max, bentornati anche voi!
Parliamo della Convention Democratica in America che ha ufficializzato Kamala Harris come candidata. Qual è il vento? Da che parte sta andando?
Mancano 70 giorni alle elezioni americane, dieci settimane. La campagna ha un’inerzia tendenzialmente favorevole ai democratici e a Kamala Harris, però era nelle attese la curiosità per il fatto nuovo. Non è la prima donna candidata della storia perché già c’è stata Hillary Clinton nel 2016, ma è la prima donna nera e anche di origine indiana. Quindi con doppia ascendenza. Questo è un elemento di polemica non felicissima usata da parte di Trump nei suoi confronti che sembra mettere un dito nell’occhio a tutti i neri, agli americani di origine indiana e alle donne che insieme compongono una grossa fetta dell’elettorato.
Però è già venuto fuori un limite della Harris perché in un suo discorso ufficiale molto toccante ha parlato di affari esteri ed ha alzato un dito verso l’Iran. Qualcuno pensa che potrebbe insinuarsi in lei la sindrome della “lady di ferro”, ovvero per dimostrare di non essere troppo indulgente potrebbe prendere delle decisioni forti che potrebbe disequilibrare tutto il discorso internazionale. Secondo te è possibile una situazione del genere?
Da una parte è molto diffusa la sindrome della lady di ferro. Se sei una donna e vai al potere, per far vedere che non sei debole prendi delle decisioni forti. Lo fece Margaret Thatcher. Lo ha fatto con uno stile molto meno imperioso la cancelliera tedesca Angela Merkel che è rimasta al potere 16 anni. La tentazione che lo possa fare la prima donna presidente degli Stati Uniti c’è. Questo è un rischio implicito in tutte le donne che vanno al potere e vogliono far vedere di essere forti, ma nel contempo la posizione assunta in campagna elettorale da Kamala Harris sul conflitto in Ucraina è di continuità con l’amministrazione Biden, mentre sul conflitto in Medio-Oriente c’è la sensazione di un atteggiamento un po’ più fermo nei confronti di Israele. Tenendo anche conto delle spinte filo-palestinesi dell’opinione pubblica degli Stati Uniti, non mi sembra che saremo di fronte a decisioni che mettono a repentaglio la sicurezza internazionale. Credo che il repentaglio per la sicurezza internazionale lo avremo di più con un’ascesa al potere di Trump di cui conosciamo le imprevedibilità. Trump ha già detto che la guerra in Ucraina finisce il giorno dopo il suo arrivo alla Casa Bianca.
Ci togli un’ultima curiosità? Trump ha fatto questo endorsement a Elon Musk dicendo che gli avrebbe dato un posto al governo, al che il magnate gli ha risposto di essere a disposizione. Uno è contro l’elettrico e l’altro è il simbolo dell’elettrico. Cosa c’è sotto?
Il gusto della contraddizione. Però è stato Elon Musk a fare l’endorsement a Trump, visto che gli da 45 milioni di dollari tutti i mesi. Tra l’altro Musk ha detto che vorrebbe un posto nel governo, ma ha troppo da fare. Gli basterà dare consigli a Trump.
Penso che presto ci risentiremo con tutto quello che sta succedendo. Grazie Giampiero!
Kiss Kiss a voi e Kiss Kiss a tutti!