Questa mattina, in Good Morning Kiss Kiss, abbiamo parlato del caro prezzo sui libri scolastici con Cristina Giussani, presidente della sezione librai di Confesercenti.
Buongiorno presidente, bentornata! Come mai questi aumenti così significativi per acquistare i libri scolastici?
«Buongiorno a voi e grazie dell’invito! Tutto è aumentato, anche per quanto riguarda i libri siamo dentro l’inflazione. E siccome stampato sul libro c’è un prezzo industriale, che parte da valore di carta stampa, legatoria, autori eccetera, purtroppo è aumentata la carta, è aumentata l’energia e sono aumentati i libri. Non dobbiamo dimenticarci che l’Istat dice che gli italiani spendono lo 0,7%, meno dell’1% al nord in istruzione, e a calare, lo 0,6%, 0,5% nel sud Italia. È vero che i libri costano un po’ di più, ma i nostri ragazzi non li vogliamo far studiare? Non crediamo che sia un investimento per il futuro del nostro Paese? Anche la comunicazione, secondo me, deve essere più leggera in questo senso.»
Certo, ma adesso porto l’esempio opposto: in Danimarca i libri te li dà la scuola, te li trovi direttamente nell’armadietto.
«Questa è una delle nostre battaglie, perché adesso il Ministero ha indetto un tavolo di lavoro con tutta la filiera, quindi gli editori, i distributori, i librai, gli insegnanti, e ci stiamo lavorando. Il nostro sindacato sta proponendo da tempo un buono alle famiglie fino all’età dell’obbligo. Non del 100%, ma magari del 25% o del 30%, che sarebbe già un bell’aiuto. Se una lista di prima liceo costa 400 euro e te ne do la metà è un aiuto. Fino all’obbligo.»
A proposito di questo, ci sono regioni che attuano queste politiche di supporto alle famiglie: come funziona? È a discrezione delle regioni?
«No. Tutte le regioni. Il governo ha stanziato per ora 130 milioni e forse ci sarà un aumento quest’anno per le famiglie cosiddette meno abbienti e sotto un certo ISEE.»
Quindi basta informarsi?
«Assolutamente sì. Però il problema è che le regioni, anche quelle più virtuose, pagano a due anni. Non serve, perché li devi dare subito i soldi. Noi stiamo chiedendo che sia qualcosa come 18Up: un buono sul codice fiscale dell’alunno. Quindi si va in libreria sapendo che ci sono a disposizione 150, 200 euro per quell’alunno.»
Un testo scolastico che è buono per un anno, poi l’anno dopo va cambiato con la nuova edizione perché magari hanno aggiornato una o due pagine. Questo aspetto è stato regolamentato?
«Fa parte delle nostre richieste. Stiamo chiedendo un miglior coordinamento tra gli insegnanti che scelgono i libri, gli editori che li pubblicano e noi che li vendiamo. A volte forse questi libri pesano troppo, magari si possono stampare un po’ meno pagine. Costerebbero meno, ovviamente mantenendoli di qualità.»
Tutte queste battaglie dove possiamo seguirle?
«Sicuramente nel sito del Sindacato Librai e nella nostra pagina Facebook mettiamo le notizie man mano che le cose vanno avanti. È chiaro che il tavolo con il Ministero che abbiamo aperto da poco è ancora un attimino non dico sottotraccia, però stiamo andando avanti. Finalmente il Ministero ci ha convocati.»
Grazie presidente, Kiss Kiss a lei!
«Grazie a voi!»