Venerdì 27 giugno 2025, Vasco Rossi ha fatto vibrare l’Olimpico di Roma con la prima delle due date finali del suo “Vasco Live 2025”, un doppio sold out da 120 mila spettatori. I fan hanno invaso l’area già all’alba, molti hanno trascorso la notte in tenda pur di occupare i posti migliori sotto il palco. Il caldo intenso ha reso necessario l’uso di getti d’acqua freschi per alleviare la calura e sostenere il canto corale del pubblico, che ha intonato più volte “Grazie Roma”.
Il palco, descritto come un’enorme astronave da 86 metri di larghezza e 28 di altezza, con cinque maxischermi e regia di Pepsy Romanoff, è stato il cuore scenico di uno spettacolo durato circa due ore e mezzo e impreziosito dai musicisti storici del Blasco: Vittorio Pastano, Stef Burns, Antonello D’Urso e tutta la band.
La scaletta: quasi trenta brani in sequenza
La performance ha seguito fedelmente la struttura del tour, incentrata sul tema della vita in tutte le sue declinazioni: “celebrata, ostinata, complicata, presa alla leggera…”, come spiegato da Vasco stesso. Ecco la scaletta eseguita ieri, attesa anche per stasera:
- Vita spericolata
- Sono innocente ma…
- Manifesto futurista della nuova umanità
- Valium
- Vivere
- Mi si escludeva
- Gli spari sopra
- Quante volte
- Ed il tempo crea eroi
- Un gran bel film
- Vivere non è facile
- Buoni o cattivi
- Basta poco
- Siamo qui
- C’è chi dice no
- Io perderò
17–22. Medley (La strega, Cosa vuoi da me, Vuoi star ferma!, Tu vuoi da me qualcosa, Una canzone per te, Va bene così) - Rewind
- E adesso che tocca a me
- Senza parole
- Sally
- Se ti potessi dire
- Siamo solo noi
- Canzone
- Albachiara
L’atmosfera: folla, emozione, ringraziamenti
Le cronache descrivono un’Olimpico in estasi. Fan arrivati prima dell’alba, tende montate attorno allo stadio, getti d’acqua per combattere il caldo, cori che hanno ingaggiato Vasco a più riprese. La celebrazione collettiva del “noi” si è fatta sentire forte, tanto da trasformare lo stadio in un unico, potente cuore pulsante .
Un messaggio di pace dal palco
Prima del gran finale, Vasco ha portato sul palco la bandiera della pace e ha lanciato un appello: “Basta con la strage degli innocenti a Gaza. Basta con tutte le guerre, noi siamo la pace”.
Il valore del finale a Roma
Queste due date romane rappresentano la conclusione dello Shake‑down del tour, prima della ripresa nel 2026, che però non includerà la Capitale. L’evento si inserisce nel solco dei concerti di Torino, Bologna e Napoli: grandi performance, fuochi d’artificio, standing ovation e una partecipazione emotiva che conferma il legame profondo tra Vasco e il suo pubblico .
Conclusioni
Il concerto di ieri all’Olimpico è stato più che uno spettacolo musicale. È stato un rituale comunitario, un momento di catarsi collettiva di fronte ai problemi del nostro tempo: guerre, disuguaglianze, odio sociale. Ma anche un inno alla vita, alla bellezza quotidiana e alla speranza. Vasco ha usato la sua voce, il suo palco, la sua band, per rendere concrete queste emozioni, senza banalità ma con autenticità.
La scaletta ha toccato tutti i punti del suo vasto repertorio: dagli anni ’70 alle tracce più attuali del 2025, passando per i classici da stadio come Albachiara e Vita spericolata. E il pubblico ha risposto presente, cantando ogni parola e reiterando quel legame unico che rende Vasco un artista ancora oggi così popolare.
Stasera si replica, con la consapevolezza che questi due concerti romani hanno segnato non solo una chiusura, ma anche il prologo di qualcosa di nuovo al ritorno del tour. E, a detta dei fan, “questa città meravigliosa ed eterna” ha risposto con un abbraccio sentito, caloroso e indimenticabile.