Marco D’Amore è stato ospite in Stasera… che serie! con Lucilla.
Questa mattina un grande ospite, un amico, Marco D’Amore! Buongiorno, ciao Marco!
«Ciao! Ciao a tutte le persone in ascolto.»
Sono contenta di averti intercettato poco prima che tu vada a presentare il tuo ultimo lavoro a Torino, evento speciale nelle sale cinematografiche il 5, 6 e 7 dicembre: sto parlando di “Napoli magica”.
«Siamo a pochissime ore dalla presentazione al festival di Torino. C’è tanta attesa, molta gioia da parte mia di presentare questa follia!»
Perché follia?
«Perché è un film di grande libertà, mi riferisco alla grammatica con cui si esprime. Non ha voglia di mischiare la realtà con la finzione. Poi è una follia perché è un film incompleto e incompiuto, come dovrebbe essere quando si parla di grandi temi, senza mettere punti fermi ma solo puntini di sospensione.»
Un po’ come lo “stream of consciousness” di Joyce, il flusso di coscienza, che va libero così senza punti e virgole?
«Guarda, questo è un riferimento altissimo, io ti ringrazio, stiamo un po’ più bassi ma magari, ecco.»
Leggendo un po’ tutto quello che è uscito su “Napoli magica”, mi ha dato una sensazione. Faccio un riferimento a “Gomorra”, dove volutamente vediamo solo il brutto di Napoli. Può essere questo una sorta di controcampo di Napoli?
«Un controcanto direi. In Gomorra c’erano tutte le note minori, gravi e basse. Qui c’è una voce aulica che si leva su questa città, un coro di voci bianche che inneggia su Napoli e prova a parlare a tante persone a diverse latitudini del mondo.»
Intanto, però, ti troviamo anche su Prime Video con “Celebrity Hunted”, di cui sono uscite le ultime tre puntate. Quali sono stati i momenti più adrenalinici? Visto che sei in coppia con Salvatore Esposito ne avrete viste delle belle!
«Già stare in coppia con lui la dice lunga! [ride, ndr] Perché ovviamente questa meravigliosa esperienza, oltre a essere stata adrenalinica, perché noi abbiamo giocato sul serio a stare in fuga, ha comportato 20 giorni di convivenza nei luoghi più strambi di questo mondo, a contatto con questo essere mitologico che sta diventando Salvatore Esposito. E con tutto quello che ne è conseguito in termini di divertimento e allegria, perché è stata davvero un’avventura divertentissima.»
Domanda off topic: una serata tra Marco D’Amore e Salvatore Esposito tranquilla, in privato, senza telecamere e senza impegni lavorativi, come si svolge?
«Sostanzialmente come se io fossi la sua badante. Gli faccio da mangiare, lo accudisco, gli metto il bavaglino, mi preoccupo che non si sbrodoli. Poi tengo testa a tutte le cazzate che dice, le sue battute nonsense. Consiglio a tutti di passare una serata con Salvatore Esposito.»
Ora arriviamo al podio delle tue serie preferite di sempre.
«È difficile, molto difficile, perché sono un divoratore di serie. Cecando di costruire un podio molto variegato direi: Euphoria per la sua grammatica e per la capacità che ha di raccontare i giovani. Sicuramente Breaking Bad, che è un capolavoro totale. I Soprano, però, rimane il top del top, soprattutto per la scrittura.»
Sono d’accordo, anche perché hanno portato il modello nuovo dell’anti-eroe che viene amato dal pubblico. Ti faccio una domanda su Euphoria però, perché spesso se ne parla. Secondo te quel genere di realtà raccontato in modo così spinto e crudo, è verosimile anche in Italia? È fedele?
«Secondo me c’è una grande differenza che sta proprio nell’ampiezza dei luoghi. Perché lì si racconta di posti ampi dove la solitudine è amplificata, mentre nel nostro Paese spesso si sta stretti. Forse c’è anche una possibilità diversa di non essere così emarginati. Magari non è così, ma è quello che spero avvenga. Sicuramente loro sono riusciti a intercettare le fragilità di quell’età, quindi quel racconto è universale, da qualsiasi punto di vista lo si osservi.»
Sono d’accordissimo. Prima di salutarci, voglio sapere cosa guardi adesso. Torni a casa e per staccare un po’ cosa guardi?
«Adesso sono in preparazione del prossimo film, che vedrà il suo set a febbraio. Siamo in quella fase in cui lavoriamo 18 ore al giorno tra casting, sopralluoghi e organizzazione degli altri reparti. Quello che riesco a vedere quando torno a casa sono i miei sogni quando mi abbatto.»
Ci vuoi dire anche qualcosa in più sul film oppure non si può dire nulla?
«Non posso dire nulla se no mi ammazzano, ma credo sia decisamente la cosa più pericolosa che abbia mai fatto nella mia vita.»
È già un indizio! Seguiremo gli aggiornamenti.
«Volevo dire anche un’altra cosa. Volevo invitare le persone che si troveranno a Napoli il 5 di dicembre al Modernissimo e al The Space, in cui sarò in sala tra il pubblico. E a tutti dirò: se mi seguite sui social, ci sarà un incredibile regalo per chi arriverà in sala. Un regalo “magico” come “Napoli magica”, sì.»
Grazie a Marco D’Amore, ci vediamo al cinema Marco!
«Grazie a voi!»