Un ultimo saluto carico di emozione e rispetto è stato reso oggi a Nicola Pietrangeli, leggenda del tennis italiano, scomparso il 1° dicembre all’età di 92 anni. La camera ardente è stata allestita al Foro Italico, come da sua esplicita volontà, il luogo che più di ogni altro rappresenta la sua carriera e la sua storia nel tennis italiano. Il feretro, accolto poco prima delle 9 del mattino, è stato posto al centro del campo a lui dedicato, circondato da fiori bianchi e azzurri, con un maxi schermo che proiettava immagini della sua straordinaria carriera. La cerimonia si è svolta sulle note della musica di Charles Aznavour, altra sua passione, come aveva richiesto Pietrangeli stesso in vita.
Le parole del figlio Marco
A commentare con grande commozione l’allestimento della camera ardente è stato Marco Pietrangeli, figlio del campione. «Tutto come voleva lui», ha detto emozionato, «il posto e le musiche sono quelle. Si è commosso per l’ultima Coppa Davis vinta, per lui indossare la maglia azzurra era fondamentale». Il figlio ha anche rivelato che il campione non avrebbe voluto nulla di troppo pomposo, preferendo una cerimonia intima, semplice, ma estremamente significativa per chi lo conosceva e per il mondo del tennis.
Un omaggio da tutto il mondo dello sport e non solo
Alla camera ardente hanno reso omaggio non solo amici e familiari, ma anche numerose personalità del mondo sportivo e politico. Tra i primi a dare l’ultimo saluto c’era il presidente del Coni, Luciano Buonfiglio, che ha definito Pietrangeli «un pezzo di storia», sottolineando come la sua memoria resti indelebile. «Va via la storia e le storie come le sue non muoiono mai», ha dichiarato Buonfiglio.
Gianni Petrucci, presidente della Federazione Italiana Tennis (FIP), ha ricordato con emozione il momento in cui, da presidente del Coni, decise di intitolare il campo del Foro Italico proprio a Pietrangeli. «Questo stadio si doveva intitolare a lui, l’ho fatto volentieri», ha detto Petrucci, evidenziando il forte legame tra il campione e il tennis italiano.
Anche Alessandro Onorato, Assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma, ha voluto ricordare il valore di Pietrangeli, definendolo «un’icona di stile», e aggiungendo che anche le sue critiche riflettevano «l’intelligenza di una persona che resterà eterna».
Le corone di fiori e gli omaggi
Molte le corone di fiori inviate in segno di omaggio, tra cui quelle della Federazione Tennis e Padel, di Sport e Salute e anche uno stendardo della Lazio calcio, in un segno di riconoscimento per l’amore che Pietrangeli aveva per la capitale e la sua passione per il calcio. In un angolo della sala, erano esposte anche due racchette: una da tennis con cui Pietrangeli ha vinto e l’altra con cui ha partecipato all’evento Tennis&Friends, che celebra lo sport e la salute.
I funerali privati alle 15
Il momento culminante della giornata sarà il funerale di Pietrangeli, che avrà luogo nel pomeriggio, alle 15, presso la chiesa di Ponte Milvio in forma privata, come da sua volontà. La famiglia, insieme alla federazione e agli organizzatori, ha cercato di rispettare ogni suo desiderio, compreso quello di mantenere un’atmosfera intima e riservata per l’ultimo addio. Gli amici più stretti, i colleghi, e alcune personalità del mondo sportivo si troveranno a Ponte Milvio per rendere omaggio alla leggenda del tennis azzurro.
L’eredità di Pietrangeli: un simbolo per il tennis italiano
Nicola Pietrangeli, capace di vincere due Roland Garros (1959 e 1960) e di guidare l’Italia alla storica vittoria della Coppa Davis nel 1976, lascia un segno indelebile nella storia del tennis mondiale e italiano. Il suo amore per la maglia azzurra, il suo stile inconfondibile e la sua dedizione sono stati fonte di ispirazione per generazioni di tennisti. Oggi, il Foro Italico, con il campo a lui intitolato, rimane un simbolo tangibile di ciò che ha rappresentato per lo sport italiano. La sua memoria vivrà non solo nei trofei, ma anche nel cuore di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e di assistere alla sua carriera straordinaria.
