Questa mattina, nella nostra rubrica saluti da Kiss Kiss, abbiamo parlato di Calvera, comune della Basilicata, guidati dalle parole di Cinzia Francolino della Pro Loco del borgo.
Denominata Càlavìrë in dialetto lucano, secondo alcuni studiosi il suo nome deriverebbe dal greco "Kalaurus" ovvero "luogo in cui si respira aria pura". Difatti, il borgo è inserito nel percorso del Cammino del mischiglio che attraversa altri tre Comuni della valle del Serrapotamo (Teana, Fardella, Chiaromonte) e prende il nome dal mix di farine di grano, fave e cereali tipico di questo territorio. Le prime notizie scritte risalgono all'epoca angioina, precisamente in un documento del 1280 dove sono riportate tutte le terre della Basilicata di allora. Dal XV al XVIII secolo Calvera è feudo prima dei Sanseverino e dopo dei Donnaperna. Nel 1875 una grande frana distrugge buona parte dell'abitato, oltre alla Chiesa Madre dedicata a San Gaetano.
Calvera, sorge a 630 m s.l.m. nell'area settentrionale del parco nazionale del Pollino, alle pendici del Monte Mancino, sulla Valle del Serrapotamo e nei pressi della foresta demaniale regionale Magrizzi - Cielagresti, ricca di tartufi e funghi porcini. Gode di una posizione che consente vedute panoramiche fino alle vette della catena del Pollino. Confina con i comuni di Teana (7 km), Carbone (8 km), Castronuovo di Sant'Andrea (16 km) e San Chirico Raparo (23 km).
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