Vasco Rossi incanta Napoli: la scaletta dei concerti al Maradona e l’omaggio a Pino Daniele

Vasco Rossi ha entusiasmato il pubblico napoletano con due concerti allo Stadio Maradona, presentando una scaletta ricca di successi e rendendo omaggio a Pino Daniele con l'esecuzione di "Je so' pazzo".

Il ritorno del Komandante a Napoli: due serate di pura energia

Quando si parla di Vasco Rossi e Napoli, non si può che evocare una connessione speciale: una fusione tra la carica emotiva del rocker di Zocca e quella di una città che vive di cuore e passione. Il 16 e 17 giugno 2025, Vasco è tornato ad accendere il Maradona, e lo ha fatto con lo stile e l’impatto di un artista che ha scritto la storia del rock italiano.

L’ingresso sul palco alle 20:45 non è stato un semplice inizio: è stato un boato collettivo. Vasco ha dato il via allo spettacolo con Vita spericolata, l’“inno intergenerazionale” che già pochi secondi dopo lo ha proiettato tra gli applausi di 47.500 spettatori, pronti a seguirlo parola per parola. Lo stadio si è trasformato in un mare di mani alzate, mentre il rocker, visibilmente emozionato, ha riconosciuto l’unicità del pubblico napoletano: “Cantate talmente bene che potrei anche non cantare… Però voglio cantare anche io”.

Una scaletta da pelle d’oca, tra classici e sorprese

Non è facile riassumere in una scaletta le emozioni di quarant’anni di vita vissuta. Eppure Vasco ci riesce, attingendo al suo repertorio più amato e affiancando pezzi meno recenti ma mai dimenticati. Basandoci sulle esibizioni di Bibione, si profila una scaletta da 28 brani, che spazia dai grandi classici agli interludi più riflessivi . Tra i pezzi suonati figurano:

Vita spericolata, Sono innocente ma…, Manifesto futurista della nuova umanità, Valium, Vivere, Mi si escludeva, Gli spari sopra, Quante volte, Ed il tempo crea eroi, Un gran bel film, Vivere non è facile, Interludio 2025, Buoni o cattivi, Basta poco, Siamo qui, C’è chi dice no, Io perderò.

Segue un medley spettacolare, con pezzi che oscillano tra ballata e rock rabbioso, e che funge da ponte tra passato e futuro artistico del Komandante. In chiusura officiale spazio a Rewind, E adesso che tocca a me, Senza parole, Sally, Se ti potessi dire, Siamo solo noi, Canzone. E per il gran finale, immancabile Albachiara, momento sacro per i fan di sempre.

Il live è stato scenograficamente imponente: 86 metri di palco, 28 metri di altezza, 24 lingue di fuoco da 10 metri, maxi schermi a mosaico e una direzione video affidata a Pepsy Romanoff, che ha reso ogni canzone unica anche da un punto di vista visivo.

L’omaggio a Pino Daniele: una dedica che ha toccato il cuore

Tra i momenti più emozionanti delle due serate, l’omaggio a Pino Daniele ha avuto un impatto straordinario. Poco prima della chiusura del concerto, Vasco ha preso la parola: ha definito l’artista scomparso dieci anni fa «un caro amico e un grande artista» e ha eseguito Je so’ pazzo, firmando un momento di comunione totale con il pubblico: l’intero Maradona ha cantato a squarciagola, commuovendo Vasco stesso.

Un attimo di silenzio, la chitarra che inizia a suonare le note della melodia di Daniele, e una folla che risponde forte, quasi a voler colmare un vuoto di dieci anni. Vasco stesso ha sottolineato il valore della canzone, dichiarando: “Una di quelle che avrei voluto scrivere io”.

Omaggio alla città e alle imprese sportive

Non solo musica, ma anche emozione civica e rispetto per la città di Napoli. Vasco non ha nascosto la propria sorpresa nell’essere accolto calorosamente in uno stadio orgoglioso per lo scudetto appena conquistato: “A Napoli… siete il pubblico più caldo che c’è, stasera siete i campioni d’Italia: complimenti, complimentissimi!”.

A bordo palco, nel backstage, il rocker ha accolto ospiti come Matteo Politano, Leonardo Spinazzola, il sindaco Gaetano Manfredi e l’attore Marco D’Amore, testimoni di due serate vissute anche dietro le quinte in un’atmosfera di convivialità intensa.

Nel corso del concerto, non ha mancato di intonare parti di ‘O surdato ’nnammurato, rendendo omaggio alla storia e all’identità della tifoseria partenopea.

Conclusione

Le serate napoletane di Vasco Rossi non si sono limitate a un concerto, ma hanno raccontato un pezzo di storia. Ogni brano, ogni scelta – dall’inizio con Vita spericolata alla chiusura con Albachiara, passando per l’omaggio a Pino Daniele e al Napoli campione – ha segnato un’indimenticabile pagina di rock italiano. È stato un live-show intimo e grandioso, struggente e celebrativo, che ha unito artisti, città, tifosi e un patrimonio emotivo condiviso. Vasco ha portato sul palco l’essenza della vita: quella vissuta senza compromessi, quella fatta di emozioni forti e ricordi indelebili. Napoli ha risposto con la stessa intensità, trasformando la musica in memoria collettiva. E il Komandante ha lasciato la sua impronta, non solo con la chitarra, ma con il cuore, sulle strade e nelle anime della città che conosce bene, e che ha riconosciuto in lui un fratello d’arte e sentimento.

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