Cesare Cremonini: “Convinsi mia madre a lasciare mio padre. Giorgia Cardinaletti? La nostra storia non c’è più, ora sono innamorato”

Il cantautore bolognese si apre su aspetti intimi della sua vita e presenta il nuovo singolo "Ragazze facili".

Cesare Cremonin si racconta senza filtri in un’intervista ad Aldo Cazzullo e Sandra Cesarale del Corriere della Sera. Dai suoi legami familiari alla sua carriera musicale, passando per la sua visione politica e la sua vita privata, il cantante si confida, rivelando anche aspetti inediti della sua storia personale e professionale.

La famiglia e l’infanzia

Cremonini parte parlando della sua famiglia, con un ricordo intenso di suo padre. «Mio padre diceva a mia madre che persino il cinema era di troppo per lei», racconta, ricordando la situazione familiare complicata. La sua infanzia non è stata facile, soprattutto per la sofferenza che sua madre ha vissuto. «Avevo 12 anni quando una notte, vedendola piangere, andai in camera e le dissi: mamma, non è difficile, bisogna che lo lasci». Questo momento segnò una svolta: «Il giorno dopo mio padre era in campagna con il cane, mio fratello e io restammo con lei a Bologna». Cesare spiega che in quel frangente ha convinto la madre a separarsi, ma riconosce che alla fine è stata lei a “salvarsi” da sola.

Il rapporto con la musica e Lucio Dalla

Un altro tema molto caro a Cremonini è la musica, che è sempre stata una costante nella sua vita. Ricorda il grande Lucio Dalla, che per lui ha avuto un impatto profondo: «Lucio chiamava mia madre e le chiedeva: “Signora, come mai non posso essere amico di suo figlio?”». Il primo incontro con Dalla, raccontato da Cremonini, avvenne dopo un gesto coraggioso: «Gli telefonai io, qualche anno prima che morisse: voglio prendere un caffè da te. Andai a casa sua, ricordo che sull’ascensore intravedevo la sua collezione d’arte». Questo incontro segnò un momento di grande crescita personale e artistica per Cremonini, che vede in Dalla una figura di riferimento.

La carriera e la manipolazione del manager

Cremonini racconta poi del suo rapporto con il suo ex manager, Walter Mameli, che lo ha scoperto ma, allo stesso tempo, lo ha imprigionato. «Mi ha anche imprigionato: vivevo in un castello dorato, ma mi era negata la possibilità di avere a che fare con qualunque essere umano che facesse parte del mio ambiente. Compreso Lucio». Cremonini parla della sua difficile rottura con Mameli, avvenuta cinque anni fa, e di come ora stia cercando di riprendersi la sua libertà artistica: «Questa nuova apertura verso il mondo mi fa sentire un esordiente».

La politica e la visione sociale

Anche la politica occupa un posto importante nei pensieri di Cremonini. Seppur con un cuore “rosso”, come lui stesso afferma, Cremonini non vuole prendere una posizione netta tra Meloni e Schlein: «Il mio cuore è tinto di rosso come i tetti di Bologna. Ma la politica di questi anni ha la bussola impazzita e ci rende spesso daltonici». Secondo lui, i temi più urgenti oggi sono quelli legati all’autoritarismo, alla mafia e al fascismo, che sono ancora presenti sotto altre forme. «Certo, il fascismo esiste ancora, sotto altre vesti», avverte Cremonini, parlando della pericolosità delle derive autoritarie, anche nella musica e nel business globale.

L’amore e le relazioni

Un altro tema che non può mancare è l’amore. Cremonini ha recentemente parlato della fine della sua relazione con Giorgia Cardinaletti. «La nostra storia non c’è più», ammette con sincerità, ma non nasconde che oggi è innamorato di qualcuno, senza voler andare oltre: «Sono innamorato, non vado oltre». La relazione con Cardinaletti, però, ha avuto un impatto significativo sulla sua musica, portandolo a scrivere «Ragazze facili», una canzone che per lui rappresenta il coraggio di amare e affrontare le proprie paure: «Questa canzone ha rotto una diga, un argine che mi teneva fermo da anni».

Cremonini parla anche delle sue esperienze emotive più complesse, come l’attrazione che ha provato per un uomo: «Certo, su un braccio ho tatuato Freddie Mercury!». A tal proposito, racconta come la cultura underground bolognese e le serate all’Arcigay abbiano contribuito alla sua visione inclusiva, senza etichettare il piacere o l’amore come un’esperienza esclusivamente eterosessuale. «Io sono sperimentale», afferma con determinazione.

Il futuro e la musica

Cremonini conclude l’intervista parlando della sua carriera e dei suoi progetti futuri. Dopo aver riempito gli stadi, non sembra essere interessato a continuare su quella strada. «Io ho comprato un sassofono, sto imparando a suonarlo», dice, spiegando che per lui il futuro della musica non risiede nella dimensione degli stadi ma in spazi più intimi. Il suo sogno, infatti, è quello di raccontare una storia che unisca diversi artisti ed epoche, creando un ponte tra la musica popolare e il presente.

Cesare Cremonini si dimostra essere un uomo in continua evoluzione, che ha imparato a guardarsi dentro, a superare le proprie difficoltà e a cercare nuove strade per esprimersi, sia attraverso la musica che nella vita privata.

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