Nella puntata di oggi di Dedikiss i nostri Marco e Raf hanno avuto il piacere di accogliere Rocco Hunt, il quale ci ha svelato qualche dettaglio in più sul nuovo singolo “Cosa ti amo a fare?” e sul disco “Ragazzo di giù”, uscito lo scorso 25 aprile.
Oltre 40 dischi di platino per un hitmaker che resta comunque umile parlando di sé come un “ragazzo di giù”: oggi su Radio Kiss Kiss Rocco Hunt!
Ciao a tutti, buon pomeriggio!
Rocco, restiamo umili come sei tu. Per ricordare chi siamo e da dove veniamo.
E anche dove vogliamo arrivare con la nostra ambizione. È quella la storia del ragazzo di giù che riesce a realizzare questo sogno contro tutti e tutto.
L’album racconta di un viaggio di ritorno alle tue radici. Ma quando è iniziato?
È cominciato musicalmente dallo scorso Sanremo con il brano Mille vote ancora, quando ho preso questa decisione artistica di tornare alle radici, anche per dare un po’ più di credibilità alla mia penna, al rap cantautorale. E poi si prosegue in questo nuovo album Ragazzo di giù. 15 nuove tracce con dentro dei viaggi bellissimi che ho fatto con alcuni amici e colleghi. C’è questa canzone stupenda, Cchiù bene’e me, con Irama. C’è poi un pezzo con Gigi D’Alessio, Giura. Poi abbiamo incastonato nella versione digitale la cover di Sanremo con cui abbiamo omaggiato Pino Daniele insieme a Clementino. È un disco che mi riporta alle sensazioni degli inizi, al rap, alla poesia, alle cose più introspettive, fino ad arrivare all’ultimo singolo. L’ho definito un raggio di sole che passa in mezzo ai palazzi perché forse è la canzone più solare dell’album.
Tu hai fatto successo da giovanissimo, vincendo Sanremo Giovani. Poi ti sei trasferito al nord per continuare a vivere la tua passione. Pensi che oggi per avere successo i ragazzi di giù possano restare giù? È cambiato qualcosa o si fa ancora fatica?
Si, credo che in questi 10 anni, anche grazie ai nostri sforzi, è cambiato tanto. Anzi, penso che sia molto più figo e credibile restare nel posto in cui si nasce e si cresce. Anche perché a differenza di qualche anno fa, adesso c’è la possibilità di farsi conoscere grazie a piattaforme alla portata di tutti. Io sono fortunato perché in questi anni non mi sono mai trasferito veramente in quanto ho la fortuna di scendere giù e andare a casa. Quindi sono vicino casa mia, nonostante non ci viva più come prima. Il mio pensiero va alle persone che non hanno questo lusso di tornare a casa ogni volta che ne hanno bisogno perché è quella la vera nostalgia.
Rocco ci hai detto che il videoclip della canzone l’hai fatto tu…
Si, l’ho girato io con le mie mani! Ci ho messo mezza giornata a vedere i video più iconici di questi ultimi anni con la mia famiglia. Li ho fatti montare insieme ed è venuto fuori questo video che è particolare. È bella come cosa.
Tu nell’album rappi molto. Si dice che il napoletano sia perfetto per il rap. Ma secondo te i ragazzi di giù sono avvantaggiati nel rap oggi?
Il napoletano sicuramente si sposa meglio con la chiusura delle rime, con le metriche. È molto più vicino all’inglese, come incastri. È meno rigido dell’italiano. Sulla chiusura delle rime c’è un po’ di vantaggio, ma dipende anche come le riesci ad usare queste rime. Penso che se una cosa arrivi, la puoi fare in qualsiasi lingua. Quello che conta è il messaggio. Il pathos è la cosa bella della musica.
Non so se hai visto Bad Bunny tornato a Porto Rico che giocava in mezzo alla strada a domino. Tu quando torni a Salerno qual è la prima cosa che fai?
Sicuramente vado in studio, poi saluto la mia famiglia. Vado a prendere una boccata di aria fresca e vivo la quotidianità con gli amici di sempre.
Adesso è arrivato il momento della verità. Vogliamo vedere se sei davvero un ragazzo di giù. Ti mettiamo di fronte a situazioni e modi di affrontare la vita e ci dirai se sei più un ragazzo di giù o un ragazzo di su.
Come avrà risposto Rocco Hunt alle domande di Marco e Raf? Per saperlo corri a guardare il video dell’intervista!
