Paolo Ruffini: “I bambini sono una risorsa incredibile da non sottovalutare”

In Good Morning Kiss Kiss è stato ospite in collegamento l’attore e regista Paolo Ruffini per parlare con lui del nuovo libro e del musical Sapore di sale.

Sai quando a Capodanno fai i buoni propositi che poi non mantieni? Il nostro ospite non solo li ha fatti, ma li ha anche realizzati per tutti gli artisti d’Italia. Oggi è con noi Paolo Ruffini!

Eccoci! Buongiorno Max e Max.

Intanto, sei in giro perché sei impegnato. Partiamo da quella a cui teniamo particolarmente. Un libro che dal 4 febbraio sarà sugli scaffali di tutta Italia ed ha un titolo importante. Ci spiegherai tu perché l’hai intitolato così’. Si chiama “Benito, presente!”. Quindi di cosa parla questo romanzo?

Il titolo è forse sintomatico di una situazione che qualcuno ha paura che stiamo vivendo, ma non è un libro politico. È un romanzo che parla di una favola di un insegnante di sinistra, di quelli che rimpiangono Berlinguer e la sinistra di una volta, che per uno strano caso del destino si ritrova con un collega catapultato indietro nel tempo al 1890 a Predappio e diventa il maestro elementare di un bambino di 7 anni che si chiama Benito Mussolini. Cosa fareste voi se vi trovaste davanti a Benito Mussolini a 7 anni? Il collega dice di ammazzarlo per risolvere i problemi di questo Paese, un altro dice di credere nella pedagogia e nell’educarlo.

A proposito di bambini, tu ne intervisti alcuni facendogli domande come se parlassi con Einstein. Gli fai domande talmente intense e loro rispondono a loro volta con un’intensità che ti spiazza. Ci parli di questo progetto davvero particolare?

È un format che si chiama Il babysitter e che sto portando avanti sui miei social e in podcast che potete scaricare gratuitamente. Sono venuto in tante città come Napoli, Roma e Firenze, dove ho intervistato dei bambini a caso, di mamme e papà che mi mandavano la loro candidatura. Alcune sono molto divertenti e profonde e proprio a Napoli c’è stato un bambino di 4 anni a cui ho chiesto “secondo te c’è qualcosa che sbagliano a fare gli adulti?”. Era molto triste e non rispondeva a nessuna domanda tranne questa. Il bambino malinconico mi ha detto “I figli”. Io l’ho trovata una risposta pazzesca. I bambini sono una risorsa incredibile e da lì nasce un po’ l’idea del romanzo. Penso che i bambini siano da non sottovalutare. Per gli antichi erano considerati poco interessanti e dovevano stare zitti. Invece hanno una saggezza interna da cui dovremmo imparare tanto.

Invece come spiegheresti Mussolini e il fascismo ad un bambino di 6 anni?

Ci ho provato e poi loro lo hanno spiegato a me. Sai che c’è la coda della bellissima serie di Luca Marinelli e altri vostri colleghi mi hanno chiesto “Ma ancora Mussolini?”. Dico che Mussolini è come Pinocchio, una favola nera che è successa davvero. È stato un periodo che forse i vostri bisnonni lo ricordano come un periodo nero in tutti i sensi, dove c’era un signore che non aveva avuto dei genitori così bravi da insegnargli l’educazione e non gli avevano dato abbastanza carezze. Questo signore è diventato così cattivo da voler fare male agli altri. Era una favola dove non c’erano i buoni. I buoni eravamo noi e siamo stati vessati da un signore cattivo che non ha ricevuto abbastanza carezze dalla nonna.

Ottima spiegazione. Tuffo nel passato anche con il nuovo musical in teatro dal 1° febbraio al 13 aprile con un superclassico come Sapore di sale.

È un musical con Fatima Trotta scritto da Fausto Brizzi ed Enrico Vanzina con la regia di Maurizio Colombi. Debuttiamo il 1° febbraio a Montecatini e poi gireremo un po’ tutta l’Italia. È un musical che ha una doppia nostalgia. Il film aveva nostalgia degli anni Sessanta e in questo spettacolo avremo nostalgia degli anni Sessanta con tutte le canzoni più belle di quegli anni suonate e cantate dal vivo, ma anche degli anni Ottanta e quei film così belli e spensierati. Sapore di mare ricorda quegli anni dove c’era non superficialità, ma leggerezza.

Ma c’è un altro spettacolo che hai portato in giro. È una missione ed è davvero una cosa bella. Si chiama Din Don Down.

Ho dei colleghi che sono eccezionali. Hanno varie forme di disabilità. La maggior parte hanno la sindrome di Down o un ritardo cognitivo. Ma in fondo abbiamo tutti difficoltà, quindi o siamo tutti disabili o non lo è nessuno. Ci sono persone che nascono svantaggiati, ma hanno doti attoriali o lavorative diverse. La mia beneficenza è offrire un lavoro a queste persone. Quindi sono attori professionisti che negli anni hanno mantenuto questa professione. Penso che le persone disabili non sono diverse da me, ma sono uniche come me. È l’unicità che dobbiamo preservare.

Noi ti ringraziamo, salutaci tutti i tuoi colleghi e ti aspettiamo live qui a Radio Kiss Kiss.

Grazie e Kiss Kiss a voi!

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