Meduza: “Un pezzo con i Maneskin? Sì, abbiamo tante cose in comune…”

I Meduza, band composta da Simone, Luca e Mattia, si raccontano nel format "Due Kiss a distanza" condotto da Marco e Raf su Radio Kiss Kiss

I Meduza sono gli ospiti di questo appuntamento con “Due Kiss a distanza“, l’irriverente format di Radio Kiss Kiss condotto da Marco e Raf.

Marco e Raf: «Oggi si parla tanto dei Maneskin, ma possiamo dire che i primi italiani a dominare le classifiche internazionali siete stati voi?»
Meduza
: «Beh, sì. Rispetto a noi, i Maneskin hanno una risonanza maggiore perché provengono da programmi televisivi e cantano anche un genere diverso dal nostro. La nostra dance è considerata un po’ un genere di nicchia. Ma va benissimo così. Noi ci siamo, loro ci sono e siamo contenti, perché siamo tutti italiani.»

Marco e Raf: «Vi aspettate una collaborazione con i Maneskin?»
Meduza
: «Ma certo, perché no! Noi siamo disponibili. Se scrivessimo insieme qualcosa di nuovo sarebbe fantastico.»

Marco e Raf: «Di quale canzone dei Maneskin fareste un remix?»
Meduza
: «Forse il remix di “I wanna be your slave”, perché ha i bpm giusti e si presta molto per la dance.»

Marco e Raf: «Facciamo qualche passo indietro. Com’è nato il progetto Meduza?»
Meduza
: «Il progetto Meduza è nato nel 2019, ma prima di allora abbiamo già collaborato per parecchi anni. Poi per un periodo ci siamo persi di vista, ma successivamente abbiamo ripreso la collaborazione. Diciamo che il progetto nasce almeno una decina d’anni prima del 2019.»

Marco e Raf: «Prima di “Piece of your heart”, quanti altri pezzi avete fatto?»
Meduza
: «Ne abbiamo fatti veramente tantissimi, ma erano pezzi diversi da “Piece af your heart”. Eravamo in un altro momento della nostra vita, con minore esperienza. Ma è servito tutto. Abbiamo lavorato nei locali e abbiamo fatto la “gavetta”.»

Marco e Raf: «Com’è nato il brano “Piece of your heart”?»
Meduza
: «È nato un po’ per caso. Abbiamo iniziato a suonare degli accordi a caso per dieci minuti. Il cantante ha proposto un motivetto, siamo andati a mangiare e ne è nato un pezzo “bomba”. Poi non volevamo far sentire il brano ai manager perché era un po’ fuori da quello che stavamo facendo in quel periodo a livello musicale. Non ci aspettavamo tutto il successo che poi è arrivato. Ci siamo iniziati a rendere conto del successo quando la canzone è diventata virale nelle classifiche dell’Inghilterra e degli Stati Uniti. La traccia cominciava a salire in classifica settimana dopo settimana. A quel punto non abbiamo capito più nulla, è stato il delirio da un giorno all’altro.»

Marco e Raf: «Come nasce, invece, il vostro nuovo pezzo “Tell it to my heart”?»
Meduza
: «Il pezzo è nato in maniera un po’ diversa, perché in questo periodo di pandemia siamo tutti a distanza. Quindi le session cambiano e fare musica a distanza è un po’ complicato. Però, in compenso, abbiamo collaborato con artisti favolosi e talentuosi, quali Dermot Kennedy e Hozier. Di Hozier siamo grandi fan e quando gli abbiamo proposto la traccia se ne è subito innamorato e ha completato la top line, riuscendo a chiuderla. Però è completamente diverso rispetto a fare le session insieme, dal vivo. Siamo comunque stracontenti di esserci riusciti.»

Marco e Raf: «Avete in programma un tour in Italia?»
Meduza
: «Al momento no. Però stiamo programmando qualcosa per la prossima estate in giro per l’Italia. Per quest’anno (si spera) faremo solo una data a Milano a dicembre.»

Marco e Raf: «Avete in programma di uscire con un album?»
Meduza
: «No, perché al momento preferiamo concentrarci su singolo dopo singolo, perché, oltre al classico DJ set da locali, stiamo costruendo un live show per il prossimo anno in cui saremo tutti e tre sul palco. A quel punto sarà più logico pensare al progetto di un album.»

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