Dal 3 luglio stop alla plastica monouso

Dal 3 luglio entrerà ufficialmente in vigore la direttiva europea che vieta la commercializzazione di plastiche monouso.

Nel bel mezzo dell’ Oceano Pacifico, in quello che dovrebbe essere uno sterminato tappeto blu che accarezza le sponde di America e Asia, c’è una gigantesca isola di plastica.




E’ stata ribattezzata “Pacific Trash Vortex”, letteralmente grande chiazza d’immondizia. Un monumento allo scempio compiuto dalla nostra civiltà alla madre Terra.

Tonnellate di rifiuti plastici si sono accumulati dando vita ad una vera e propria isola dalle dimensioni spaventose: si stima sia grande più dell’intera penisola iberica o quasi quanto gli Stati Uniti.

Questo gigantesco ammasso di lerciume – capolavoro della strafottenza e della voracità umana – potrebbe però molto presto perdere una delle sue principali alimentazioni.

A partire dal 3 luglio, con sofferta ma efficace iniziativa, l’Unione Europea ha finalmente messo al bando le plastiche monouso. Si tratta, in sostanza, di tutti quegli oggetti plastici che – una volta utilizzati – finiscono in discarica o – ahinoi – ancor più spesso – in mare.

Dimentichiamoci insomma di bicchieri, posate, piatti o cannucce usa e getta.

La normativa metterà fine alla produzione di plastiche non compostabili e sosterrà la produzione di materiali degradabili e più tollerati dall’ambiente. Una misura, per quanto importante, che arriva comunque troppo tardi. L’accumulo e la dispersione di plastiche e microplastiche in terre e mari del pianeta è ormai una realtà. Così come lo è il loro ingresso all’interno della catena alimentare animale ed umana, con conseguenze che possiamo bene immaginare.

E’ sicuramente un primo passo, ma la strada della rivoluzione resta una ripidissima salita. E il tempo comincia davvero a scarseggiare.

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