Addio ad Alvaro Vitali, il mitico Pierino del cinema italiano si è spento oggi a 75 anni

Addio ad Alvaro Vitali, volto storico della commedia italiana, divenne celebre negli anni ’80 con il personaggio di Pierino.

Si è spento oggi nel tardo pomeriggio ad Roma, all’età di 75 anni, Alvaro Vitali, storico volto della commedia sexy all’italiana, celebre soprattutto per il suo personaggio di Pierino. L’attore, nato il 3 febbraio 1950 nel cuore di Roma, era ricoverato da circa due settimane in ospedale a causa di una bronchopolmonite recidiva, complicanza che lo ha portato al decesso.

Dalle origini umili a Federico Fellini

Prima di diventare una delle figure più popolari del cinema italiano, Vitali lavorava come elettricista e viveva nel quartiere Trastevere. Fu scoperto da Federico Fellini, che lo volle nei film Satyricon (1969), I clowns (1971), Roma (1972) e Amarcord (1973). In questi primi ruoli, Vitali esplose la sua comicità fisica e la sua mimica espressiva, elementi che diventeranno il suo marchio di fabbrica.

Il fenomeno “Pierino”

La vera consacrazione arrivò tra la fine degli anni Settanta e gli Ottanta con il personaggio di Pierino, un monellaccio scolastico dalle battute sfrontate e dal sorriso birichino. I film Pierino contro tutti (1981), Pierino medico della Saub e Pierino colpisce ancora (1982) riscossero un enorme successo al botteghino, trasformandosi in veri fenomeni mediatici popolari.

Nonostante le critiche da parte della stampa ufficiale, questa comicità “popolare” conquistò mil­lioni di spettatori, diventando iconografica per un’intera generazione. Alvaro Vitali incarnava l’irriverenza, la furbizia e la spensieratezza di un’Italia in trasformazione.

Oltre Pierino: tv, teatro e rinascita autoriale

Con il declino del genere commedia sexy, negli anni Novanta la carriera dell’attore diminuì. Tuttavia, Vitali non si arrese: continuò a fare spettacoli teatrali, partecipò a reality show (come La fattoria nel 2006, da cui si ritirò per riacutizzarsi dell’asma) e approdò in TV con Striscia la notizia, diventando un volto noto anche per le sue parodie.

Pur criticato da alcuni, ha conquistato consensi per la sua autoironia e la capacità di reinventarsi, mantenendo saldo il contatto con le nuove generazioni attraverso la satira e l’imitazione.

Il ricovero, le ultime ore e le reazioni

La notizia del ricovero per broncopolmonite recidiva fu diffusa dall’ex moglie, Stefania Corona, nei giorni precedenti al decesso. La sua morte è stata ufficializzata oggi, 24 giugno, nel tardo pomeriggio, scatenando un’ondata di cordoglio tra colleghi, fan e personalità del mondo dello spettacolo.

Un’eredità che resiste al tempo

Alvaro Vitali lascia un patrimonio unico: oltre 150 tra film e apparizioni, una maschera comica indelebile e un affetto popolare ancora palpabile. Il personaggio di Pierino – tra doppi sensi, espressioni sopra le righe e gag irresistibili – resta un simbolo dell’irriverenza degli anni Settanta-Ottanta, oggi passati, ma non dimenticati.

Chi lo ha visto recitare ricorda un viso espressivo, un corpo minuto, una voce riconoscibile: un’“italianità” fatta per ridere, sorridere, a volte farsi beffa, sempre con leggerezza. Non un attore di nicchia, ma di massa, che per molti è stato compagno di pomeriggi estivi davanti alla TV o al cinema.

Il lutto nel mondo dello spettacolo

Il cinema italiano piange oggi un artista “di popolo”. La notizia ha suscitato interventi di colleghi e semplici ammiratori, che ricordano Vitali per la sua spontaneità, le battute fulminanti e la capacità di far ridere davvero. Molti percepiscono la sua scomparsa come la perdita di un pezzo di infanzia, di spensieratezza, di “Italia che rideva”.

Conclusione

Se ne va un’epoca, un modo di fare spettacolo è ormai passato. Ma Alvaro Vitali rimane: nella memoria dei suoi film, nei momenti di leggerezza che ha regalato a milioni di persone, e nella storia del cinema italiano, dove figura accanto a nomi del calibro di Fellini, Sordi, Risi, Monicelli.

Addio a un’icona della risata “popolare”, un volto che difficilmente sarà cancellato dall’immaginario collettivo. Il mondo dello spettacolo perde un talento vero, l’Italia lascia partire un pezzo della sua gioventù comica.

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